La telefonata choc del killer di Pordenone al 112: «Ho ammazzato mia figlia e mia moglie»

La piccola Hiba e il papà killer
2 Minuti di Lettura
Venerdì 17 Aprile 2015, 14:41 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 11:38

Dopo l'orrore per il duplice omicidio commesso viene alla luce la prima telefonata fatta da Abdelhabi Lahmar, il marocchino di 39 anni che martedì notte ha ucciso la moglie Touria, di 30 anni, a colpi di accetta, e la figlioletta, di soli sei anni e mezzo, sgozzandola. «Pronto, buonasera ho ammazzato mia moglie e mia figlia»: la chiamata arriva al 112 e l'operatore, alle 2.50 della notte, pensa forse a un mitomane.

Ostenta, tuttavia, tranquillità e prende tempo lasciando in attesa il presunto assassino.

A quel punto, passa la comunicazione ai colleghi del 113 - competenti sull'ordine pubblico in quel tratto di città -: mentre il secondo operatore, questa volta della Questura, richiede nuovamente i dati al marocchino, già una Squadra della Volante è praticamente fuori casa, mentre gli esperti della Squadra Mobile, coordinati dal commissario Massimo Olivotto, stanno lasciando la Questura a sirene spiegate.

Nella seconda parte della telefonata, Lahmar dice che non sa il motivo per cui ha ucciso i congiunti - «non mi ricordo nulla » - e confessa di averlo fatto con un coltello e un altro attrezzo di cui, tuttavia, non conosce il nome in italiano. Quando riaggancia, invitato a farlo dall'operatore, che prima si è fatto dare il numero di telefono, per prendere ulteriore tempo, il marocchino si trova di fronte la prima pattuglia, a cui si consegna senza opporre resistenza.