Per questo ieri Lorena ha preso carta e penna e ha scritto una lunga lettera a Silvio Berlusconi per chiedergli perché. "Perché un uomo come Lei - scrive Lorena - che non ha mai licenziato nessuno invece di tagliare gli stipendi della classe dirigente del suo partito preferisce mettere per strada 42 famiglie di cui parecchie monoreddito".
Non è finita qui. Lorena si sente discriminata anche da un punto di vista politico perché di provenienza An."Constato - dice - che un'ottantina dei dipendenti del Pdl sono passati a Forza Italia. Fuori siamo rimasti noi, una decina di provenienza An e poi una trentina di persone che lavoravano con l'attuale leader di Ncd Angelino Alfano quando era segretario del Pdl. Ho come l'impressione che abbiano tirato una riga sulle persone senza fare alcuna valutazione professionale".
E Forza Italia che dice? "Massima comprensione per i 42 e nessuna volontà punitiva - replica l'onorevole Ignazio Abbrignani, dirigente del partito - Ma il finanziamento pubblico è stato tagliato e la nuova legge impedisce a Berlusconi di intervenire a ripianare i debiti. E' inevitabile prendere un po' di tempo in attesa di trovare una soluzione".
IL TESTO DELLA LETTERA
Caro Presidente,
beh, il caro oggi mi sa un po’ ipocrita, ma sa, penso ancora che Lei sia una persona che potrebbe
avere dei sentimenti nei confronti di persone che per Lei, per il Partito che presiede, hanno dato il
sangue per anni, partendo dal lontano 1994, anno in cui Forza Italia vinse le elezioni insieme ad
Alleanza Nazionale.
Io vengo da Alleanza Nazionale e ne vado fiera, ho lavorato con un grande uomo, Giorgio
Almirante, che mi portò con sé da Le Pen, nel lontano 1984; avevo solo 22 anni.
Ho conosciuto grandi uomini e anche meno grandi, ma un’azione simile in 30 anni di lavoro e di
dedizione politica non l’ho mai vista fare a nessuno.
Ci tengo a dire dedizione politica perché la sottoscritta è una ex consigliera di Municipio, (l'ex VII),
eletta per la prima volta nel 1993 con la lista MSI-DN scelta di cui ancora oggi vado orgogliosa;
eletta per 5 consigliature consecutive, acquisendo sempre maggiori consensi e restando sempre
l’unica donna eletta del centro destra fino a diventare Capogruppo del PDL. Un motivo ci sarà se
dieci uomini decisero di votarmi come Capogruppo; non crede? E sicuramente motivi di merito e
non estetici.
Nel 2008 ho portato al PDL 700 voti, non voti presi ai Parioli o alla Collina Fleming dove la destra
regna da sempre, voti conquistati e meritati in un territorio di estrema sinistra dove riuscire a
prendere un consenso con una lista come la nostra è estremamente difficile.
Anni di lotte per difendere le nostre idee, per difendere anche molti errori, ma sempre con lo spirito
di squadra…della serie i panni sporchi si lavano in famiglia, ma fuori no, fuori vanno difesi tutti i
nostri politici, tutte le nostre idee, tutte le nostre iniziative.
Oggi credo di non aver capito nulla perché se io che lavoravo nella direzione del PDL come gli
altri colleghi, ho appreso del nostro licenziamento soltanto dai giornali e soltanto dopo qualche
giorno in cui era stato deciso, rimango esterefatta da quanto accaduto, mi chiedo come possano gli
italiani dare ancora credito a persone che parlano di famiglia, di diritti dei lavoratori, di pensioni
alle casalinghe, di sociale se Lei, caro Presidente, non si è curato neanche di andare a controllare i
profili di ogni dipendente che ha letteralmente fatto depennare da una lista come se fosse soltanto
una matricola.
Per quanto mi riguarda, e parlo per me perché non mi permetterei di parlare degli affari personali
dei miei colleghi, vorrei dirLe che non solo ha licenziato una donna di 52 anni, età avanzata per
rientrare nel mondo del lavoro dopo 30 anni di referenze politiche di destra, ma vorrei aggiungere
che questa donna è divorziata, con due figli maggiorenni, ma non ancora autonomi
economicamente, con un affitto da pagare e con nessun’altra forma di sostentamento economico.
Ancora avrà il coraggio di parlare di famiglia? Perché se così sarà Lei è anche una persona
coraggiosa.
Lei che si è sempre vantato di non aver mai licenziato nessuno, di non aver mai mandato i Suoi
impiegati in Cassa Integrazione, di non aver mai subito scioperi da parte del Suo personale…perché
ora non riesce a mantenere il posto di lavoro a pochissime persone per le quali lo stipendio è vita?
Aggiungo l'enorme imbarazzo nel quale Lei, Presidente, mi ha gettata. Dopo averLa sostenuta per
un buon terzo della mia militanza politica oggi non sono più nelle condizioni di difenderLa come ho
fatto per anni. Ci ha buttato letteralmente in mezzo ad una strada. Non sono venuti meno i
convincimenti ideologici, quelli li avevo e li avrò sempre, ma come posso mantenere quella stima
che avevo per Lei?
Non so se è a conoscenza diretta di quanto Le sto comunicando, né se ciò sfiorerà un po’ la Sua
coscienza, che pure, in tante occasioni, l’ha indotta ad aiutare molti che sicuramente hanno dato
meno al Suo partito (e che al momento opportuno Le hanno anche voltato le spalle… Le debbo fare
la lista?), ma mi consenta lo sfogo perché se vogliamo essere sinceri sa cosa ci è stato fatto signor
Presidente, da Lei o chi per Lei? Ci è stata emessa una condanna e si è deciso di dar fine alla vita di
40 persone perché a nessuno interesserà della nostra situazione, il nostro caso non farà audience per
il semplice fatto che è un taglio politico ma la gente non sa che a pagare non sono i politici
stipendiati più che profumatamente, ma 40 semplici famiglie con un reddito che bastava loro a
vivere dignitosamente senza potersi permettere qualcosa in più. Lei (?) ci ha tolto anche questo.
Grazie per le parole che ho sentito pronunciare da Lei per anni; ci avevo creduto cosi come ci hanno
creduto gli italiani, ma le parole se le porta via il vento e la ventata che è passata nel PDL ha colpito
soltanto le famiglie, la maggior parte monoreddito, non certo la classe politica che per una buona
parte meriterebbe di andare a casa.
Tanto le dovevo.
Dott.ssa Lorena Vinzi
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