Un paziente pesa 300 chili, il Cardarelli di Napoli lancia un appello: «Cerchiamo un ospedale che lo accolga»

Un paziente pesa 300 chili, il Cardarelli di Napoli lancia un appello: «Cerchiamo un ospedale che lo accolga»
di Marisa La Penna
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Mercoledì 2 Luglio 2014, 19:53 - Ultimo aggiornamento: 3 Luglio, 14:15
Trecento chili. Grammo pi grammo meno. Una massa abnorme di carne dalla quale spunta un volto che rivela grande sofferenza.

È il corpo di un giovane uomo di trentadue anni, adagiato su una barella speciale dell’osservazione breve del Cardarelli. È lì da otto giorni. Lo hanno portato i vigili del fuoco, con un mezzo altrettanto «speciale» perchè in un’ambulanza quel corpo enorme non poteva entrare.



I medici del nuovo reparto del Cardarelli, diretto dalla dottoressa Fiorella Palladino, si sono dati subito da fare per risolvere il problema che aveva richiesto il soccorso in ospedale: una forma acuta di colicistite.



Tant’è che nel giro di poche ore il paziente aveva smesso di soffrire. Ma nonostante sia guarito dalla patologia che ne ha richiesto il soccorso, l’uomo non è ancora nelle condizioni di poter ritornare a casa. Ha bisogno di un ricovero in una struttura adatta alle sue condizioni di «grande obeso».



Pertanto dal Cardarelli è partito l’sos verso gli ospedali specializzati che possano prendersi cura dell’uomo. In particolare il policlinico federiciano che ha un reparto destinato proprio ai cosiddetti «grandi obesi».



Ma la notizia paradossale è arrivata via mail. «Dalla struttura universitaria - spiegano dalla direzione del Cardarelli - ci è stato risposto che non possono ricoverare il paziente perchè i letti del reparto per obesi puossono sopportare un peso massimo di 190 chilogrammi. E che già da tempo è stato chiesto l’acquisto di letti speciali che possano sopportare un peso maggiore ma che al momento non sono ancora arrivati».



Ed allora il trentenne napoletano sarà costretto ancora per chissà quanto tempo ancora ad essere impropriamente ospitato in un reparto che precluderà il ricovero di altre persone in emergenza. Una beffa considerando quanta carenza di posti letto in strutture specializzate per l’emergenza ci siano in questa fase della sanità campana.
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