Parma, in settemila al concorso pubblico per un posto da infermiere

Parma, in settemila al concorso pubblico per un posto da infermiere
di Stefania Piras
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Giovedì 30 Luglio 2015, 11:29 - Ultimo aggiornamento: 4 Agosto, 11:57
PARMA Uno su settemila ce la fa. A Parma si sono presentati in 7580 per un posto, uno, da infermiere. Il concorso pubblico bandito dalla locale azienda ospedaliera universitaria è stato allestito ieri nel quartiere fieristico per poter ospitare tutti. La selezione è valida per tre anni, perciò l'azienda assumerà subito una persona e se avrà bisogno, in futuro, attingerà alla graduatoria finale, quella in cui compariranno i nomi di chi oltre ad aver superato questa prima prova, avrà passato anche la seconda e la terza fase, ovvero colloquio orale e prova pratica.

IL CALENDARIO

I candidati si sono divisi in due giorni e tre sessioni: alcuni hanno rinunciato, dei settemila iniziali, qualcuno ha deciso di restare a casa. Tre mesi fa all' ospedale Niguarda di Milano avevano aperto la selezione per venticinque posti e sono arrivate tredici mila domande. Un'umanità varia ma pronta a tutto pur di lavorare: ieri c'erano tantissimi infermieri precari che lavorano già in cliniche private e sognano un posto al sole, nella sanità pubblica. C'erano anche quelli che hanno messo un piede negli ospedali con un avviso pubblico, e ora sperano di rimanerci con il concorso. Ma c'erano anche giovani neolaureati appena usciti dalla facoltà che non trovano occupazione «a dispetto di quanto mi dicevano quando mi sono immatricolata, che questa è la professione sempreverde per eccellenza, e invece... - sospira una venticinquenne di Taranto ancora vigile all'uscita del test nonostante le poche ore di sonno - Sono arrivata stamattina alle cinque e mezza con l'autobus».



DA TUTTA ITALIA Già perché si sonomobilitati da tutta Italia per venire quassù, da San Benedetto del Tronto, Pisa, Piacenza, Bari, Napoli, Agrigento, e con loro si è mosso anche un bell'indotto per i trasporti: soprattutto autobus che partono dal profondo sud calabrese e attraversano, fermata per fermata, tutta l'Italia. Una quarantenne bionda di Anzio ha organizzato il viaggio su misura: «Ho finito di lavorare alle 21 ieri sera, poi ho preso l'auto e sono partita, a un certo punto ero stanchissima, ho tirato giù il sedile e ho dormito in autogrill. Sono esperta ormai, questi concorsi li provo tutti». Un venticinquenne siciliano di Avola ripensa alle domande: «C' eranomolti quesiti di patologia, fisiologia, e pochi sulla legislazione, anzi neanche uno».



LA FUGA ALL’ESTERO Oltremanica questo problema non esiste. Giulia è una trentenne parmense: due lauree italiane, una in conservazione dei beni culturali e un'altra in professioni sanitarie. Lei il concorso l'ha guardato da lontano, dall' ospedale ortopedico Nuffield di Oxford dove è stata assunta con un contratto che prevede uno stipendio base di 1400 sterline, esclusi notti e fine settimana. «Qui gli infermieri inglesi sono in minoranza. Siamo soprattutto italiani, portoghesi, spagnoli e polacchi. Io ho trovato l'annuncio su internet due mesi fa ma già all'università sapevo della possibilità di fare colloqui con agenzie di reclutamento per infermieri nel Regno Unito. Qui si lavora in turni lunghi “long day” di 14 ore, sono sei mesi di prova poi scatta il contratto a tempo indeterminato. Ma l'ospedale ti dà 1000 sterline extra già il primo mese a patto che tu stia per un anno». Insomma, stand by me. Proprio l'altro giorno, un articolo della britannica Bbc ha raccontato il problema della carenza di infermieri. Nel corso del 2014 il Regno Unito ha reclutato 7500 professionisti dall'estero: è come se avesse importato tutto il Palacassa di Parma in una volta sola.
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