Ad «adescare» le vittime erano i complici dei militari, Gabriele Specchiarello, impiegato in un esercizio commerciale e Silvio Greco, artigiano, che così arrotondavano i loro guadagni. I due hanno paventato a un professionista e a un imprenditore fantomatici controlli fiscali prospettando irregolarità e sanzioni prove di alcun fondamento. La situazione, ovviamente, poteva essere «sistemata» sganciando la tangente. A rendere le minacce più verosimili ci pensavano i finti controlli (peraltro molto «approssimativi», come si legge nel provvedimento di misura cautelare) dei tre finanzieri.
Questi accertamenti però hanno insospettito le vittime che hanno denunciato la banda in primavera. Le indagini sono cominciate a maggio con il coordinamento della Procura. Le fiamme gialle hanno subito accertato, grazie anche a intercettazioni e pedinamenti, che i tre colleghi, poi arrestati, non erano addetti alle verifiche fiscali. In un caso, il raggiro sarebbe andato a buon fine. Sempre con lo stesso metodo Greco e Specchiarello e i tre finanzieri avrebbero chiesto e ottenuto dal titolare di un distributore di benzina di Carini (Palermo) soldi e benzina gratis.
La vittima, che non aveva regolare autorizzazione per esercitare l'attività, ha subito il ricatto. L'impianto, però, poco dopo, è sequestrato questa volta nel corso di un vero controllo della finanza e il titolare denunciato. Le vittime della banda sarebbero state diverse: tra loro anche alcuni pescatori di Isola delle Femmine (Palermo) che avrebbero consegnato ai militari arrestati pesce pregiato e soldi. In cambio venivano avvertiti in anticipo dei controlli delle motovedette della guardia di finanza.
«Grazie ai due imprenditori che hanno denunciato il tentativo di raggiro dei finanzieri poi arrestati».
Lo ha detto il generale Stefano Screpanti, comandante provinciale della Guardia di Finanza di Palermo, commentando i cinque arresti, tra cui tre finanzieri, eseguiti oggi dalle Fiamme gialle.
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