Paura a Padova, un fulmine danneggia l'esterno della Cappella degli Scrovegni

Paura a Padova, un fulmine danneggia l'esterno della Cappella degli Scrovegni
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Giovedì 28 Agosto 2014, 00:45 - Ultimo aggiornamento: 29 Agosto, 11:43
Un fulmine, probabilmente caduto una quindicina di giorni fa, ha danneggiato la facciata esterna della trecentesca Cappella degli Scrovegni di Padova, contenente gli affreschi di Giotto.



La saetta si è scaricata sul basamento di pietra a forma sferica sovrastante la facciata principale ed ha danneggiato seriamente la croce, che è già stata rimossa. Saranno ora da accertare eventuali danni al tetto, mentre pare escluso che possa aver subito conseguenze il ciclo di affreschi - uno dei patrimoni mondiali dell'arte - dipinti da Giotto tra il 1303 e il 1305.



La storico edificio era stato oggetto di un restauro completo, eseguito dall'Istituto centrale del restauro, concluso nel 2002. «Un fatto gravissimo», ha commentato il prof. Giuliano Pisani, ex assessore comunale alla Cultura, esperto di Giotto, commentando la notizia del danneggiamento resa nota ieri sera da un'associazione culturale padovana, gli "Amissi del Piovego", nel totale silenzio delle autorità pubbliche.



«È un fatto assolutamente scandaloso - ha aggiunto Pisani - che di questo crollo si sappia solamente attraverso un'associazione cittadina e non il Comune. Tutto può succedere, ma qui stiamo parlando della Cappella di Giotto, un patrimonio dell'umanità. Come è possibile che l'amministrazione comunale non abbia detto nulla?».



Secondo Pisani, che non ha potuto ancora visionare di persona il monumento, è però improbabile che gli affreschi siano rimasti danneggiati. La Cappella è dotata di un impianto parafulmine, che evidentemente non è bastato. Un episodio simile accadde a Padova qualche anno fa, sempre con un fulmine che nel corso di un temporale colpì la croce della chiesa di San Francesco, facendola crollare.



Pisani ha ricordato di aver chiesto recentemente che sullo stato di conservazione della Cappella giottesca venisse convocato un vertice dei massimi esperti dei beni culturali, «per affrontare problemi come quelli della cripta, che rimane frequentemente allagata, e degli interventi di consolidamento con cemento fatti negli anni '60, che hanno 'irrigiditò la flessibilità della struttura».
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