Pa Assenze, perse in un anno 30 milioni di giornate di lavoro

Pa Assenze, perse in un anno 30 milioni di giornate di lavoro
di Andrea Bassi
3 Minuti di Lettura
Domenica 4 Gennaio 2015, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 11:30
Odio il lunedì. Così cantava qualche anno fa Vasco Rossi, raccontando in note ed accordi musicali quello che le statistiche hanno ufficialmente fotografato. L'ufficio studi della Cgia di Mestre, qualche mese fa, elaborando gli ultimi dati disponibili dell'Inps sul lavoro pubblico e privato, ha calcolato che in un anno gli italiani a marcare visita per almeno un giorno sono stati oltre sei milioni.

Mediamente ciascun lavoratore si è ammalato 2,23 volte ed è rimasto a casa per 17,71 giorni, per un totale di 106 milioni di giorni di lavoro persi, 30 milioni dei quali hanno riguardato dipendenti pubblici. Ma il punto è un altro. Oltre un lavoratore su tre che ha presentato il certificato medico, lo ha fatto di lunedì. L'altro dato è che i lavoratori pubblici hanno una salute più cagionevole dei lavoratori privati. In un anno, mediamente, questi ultimi si sono ammalati 2,08 volte, mentre per gli statali il numero di «eventi» medio è di 2,62 volte. Eppure, secondo le rilevazione del Dipartimento della Funzione pubblica, che attraverso il portale PerlaPa effettua un monitoraggio mensile delle assenze per malattia nel pubblico impiego, negli ultimi anni le cose sarebbero costantemente migliorate. Se nel mese di gennaio del 2008 le assenze medie per ragioni di salute tra gli statali erano state di 1,42 giorni, a gennaio del 2014 erano scese a 0,930 giorni. Un trend in costante riduzione. L'ultima rilevazione effettuata risale ad agosto dello scorso anno, quando la media di giorni di assenza per malattia nella Pubblica amministrazione era stata di 0,558 giorni contro i 0,79 della verifica compiuta ad agosto del 2008.



LA STRETTA DI BRUNETTA

Frutto probabilmente anche della cura Brunetta. L'ex ministro della Funzione pubblica aveva dichiarato una guerra senza quartiere all'assenteismo dei dipendenti pubblici (suo il copyright di fannulloni), introducendo una decurtazione di stipendio ai lavoratori pubblici nei primi dieci giorni di malattia, rendendo più stringenti gli orari per le visite fiscali e prevedendo punizioni anche per i medici che avessero prodotto false certificazioni. Del resto, sempre secondo i dati diffusi quando alla Funzione pubblica c'era Brunetta, il costo dell'assenteismo dei dipendenti pubblici peserebbe sul bilancio dello Stato per 6,5 miliardi di euro. La stretta, in qualche modo, avrebbe iniziato già a dare i suoi effetti come dimostrano i dati del monitoraggio mensile effettuati dal ministero oggi guidato da Marianna Madia, e che da settantaquattro mesi consecutivi non fanno altro che registrare delle diminuzioni nei tassi di assenze per malattia dei dipendenti pubblici. Tanto è vero che in una recente audizione parlamentare, lo stesso sottosegretario Angelo Rughetti, ha ammesso che oramai il livello di assenteismo degli statali italiani è allineato con quello dei principali paesi europei e, dunque, si potrebbe anche allentare la stretta di Brunetta, esentando dalla visita fiscale chi si assenta per una sola giornata. Ma non è tutto oro quel che luccica. Le medie, del resto, sono come i polli di Trilussa, che se qualcuno ne mangia uno intero e un altro nessuno alla fine risulta che ne hanno mangiato mezzo a testa. Dunque per capire qual è la reale situazione delle malattie nella Pubblica amministrazione, bisogna guardare i dati dei singoli comparti.



I DATI DEL CONTO DELLA PA

Un esercizio possibile grazie al Conto annuale del Pubblico impiego della Ragioneria generale dello Stato appena pubblicato. A spulciare le tabelle si scopre, per esempio, che le maggiori assenze nei ranghi degli statali si registrano tra le Forze di polizia. In media, tra ferie, malattie e altre cause, un addetto alla sicurezza non lavora per oltre sessanta giorni all'anno. Un comparto nel quale i soli giorni di malattia annuali, secondo i dati della Ragioneria, sono di 15 giorni l'anno per gli uomini e 18 per le donne. Numeri alti anche per i ministeri e per la Presidenza del Consiglio. A Palazzo Chigi, in media, i lavoratori non timbrano il cartellino per 56 giorni l'anno, otto dei quali passati in malattia (tredici per le donne). I più stakanovisti alla fine sono i magistrati. Non solo non si ammalano mai (poco più di un giorno di malattia all'anno), ma praticamente non vanno nemmeno mai in ferie. Secondo la Ragioneria, i giudici in media si fermano per riposarsi solo 4,5 giorni l'anno (2 giorni le donne).