Bimba morta nel cassonetto, la mamma: «Volevo riprenderla»

Bimba morta nel cassonetto, la mamma: «Volevo riprenderla»
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Martedì 25 Novembre 2014, 12:11 - Ultimo aggiornamento: 26 Novembre, 13:18

Il pm Nino Di Matteo, titolare dell'inchiesta sulla morte della neonata abbandonata ieri in un cassonetto a Palermo, è arrivato al reparto di Ginecologia dell'ospedale Cervello per interrogare la madre della piccola. La donna, Valentina Pilato, 30 anni, madre di tre figli, è arrivata al Cervello ieri pomeriggio per un'emorragia e ha confessato tutto, raccontando di aver lasciato la piccola perché convinta che fosse morta. Ad assisterla il legale d'ufficio Domenico Emma.

La trentenne palermitana, dopo aver gettato nei rifiuti la piccola è tornata in via Di Giorgi per riprendere la neonata ma non si sarebbe fermata perchè c'erano delle persone.

A riferirlo è stata la stessa donna al ginecologo che l'ha in cura. La donna ha anche detto ai medici di avere nascosto la sua gravidanza a tutti, persino al marito che ora è in viaggio da Gemona (Friuli) per Palermo.

La "consapevolezza". La giovane mamma palermitana «inizia ad avere consapevolezza del gesto che ha compiuto» uccidendo la piccola. Ne è convinto il Direttore dell'Unità di Ginecologia dell'ospedale Cervello di Palermo, Vincenzo Lo Bue che, parlando nella tarda serata di ieri, dopo il ricovero della donna, con i giornalisti, ha confermato lo stato di choc della giovane. «Ci ha detto che era convinta che la piccola fosse morta perché non la sentiva respirare - ha spiegato il medico - ci è sembrata molto confusa». Ecco perché la donna avrà anche un «supporto psicologico». Anche la famiglia sarebbe «pronta a supportarla», come dice ancora il medico conversando con i cronisti. Il Primario ha poi confermato che la donna ha partorito da sola, come spiegato dalla stessa giovane.

Sindaco di Gemona: pronti a darle un aiuto. «In paese c'è incredulità per quanto è successo». Lo dichiara Paolo Urbani, sindaco di Gemona del Friuli, cittadina in cui era andata ad abitare da pochi mesi la giovane mamma. «La famiglia non era conosciuta - ha affermato il sindaco -. Non era seguita dai servizi sociali, era una situazione che non presentava caratteristiche di difficoltà. Ora partecipiamo con il cuore in mano a questo dramma. La porta del Comune - ha aggiunto - è sempre aperta. Seguiremo la vicenda con attenzione e siamo pronti a dare una mano in caso di bisogno, come stiamo facendo con tutti in questi momenti di difficoltà e crisi economica».

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