«Spegni la luce». E lo massacra con l'accetta: omicidio in casa famiglia

«Spegni la luce». E lo massacra con l'accetta: omicidio in casa famiglia
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Venerdì 17 Gennaio 2014, 11:41 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 18:07
Un banale litigio, per una lampada da comodino lasciata accesa in piena notte nella camera da letto, ha scatenato un raptus di follia: un trentottenne ha ucciso con un'ascia il suo compagno di stanza, un uomo di 54 anni.



L'assassino quando ha colpito era in preda ad una furia omicida, sferrando almeno 15 fendenti sul capo e sul collo della vittima. Un caso di «overkilling», secondo i manuali di crimonologia. La tragedia si è consumata la notte scorsa a Massa e Cozzile, un comune della Valdinievole, vicino a Montecatini Terme, in provincia di Pistoia. Il fatto è accaduto tra le 23 e la mezzanotte, in via Mazzini 21, nella sede della comunità "Un popolo in cammino", una onlus che si occupa del recupero di persone con problemi di disagio psicologico.



L'omicida si chiama Gianluca Lotti, classe 1976, originario di Pistoia, domiciliato nella casa famiglia, come la vittima, Massimo Tarabori, nato nel 1959 a Pescia. Lotti ha confessato integralmente il delitto compiuto alla polizia e al magistrato e ora si trova in stato di arresto. L'assassino ha raccontato di aver colpito il compagno di camera dopo un futile diverbio legato a una lampada lasciata accesa, scoppiato pochi minuti dopo che i due erano entrati in camera dopo aver visto la televisione. Lotti ha anche confessato che in precedenza c'erano stati dei litigi tra lui e Tarabori a causa della presunta scarsa collaborazione del secondo ai lavori domestici.



Subito dopo il litigio, Lotti è andato in un magazzino della casa famiglia, adibito a deposito di attrezzi agricoli, dove ha preso l'ascia con cui poi è salito di corsa nella camera da letto e in preda alla furia ha cominciato a colpire il compagno che si trovava a letto. Impossibile per Tarabori difendersi da quasi venti colpi d'ascia, con alcuni fendenti che, tra capo e collo, hanno leso parti vitali in pochi istanti.



Subito dopo l'omicidio, Lotti, ha raccontato agli investigaori, che si è sentito 'sedato'. E ha trovato anche la tranquillità necessaria per togliersi i vestiti insanguinati e di lavarsi. Nella casa al momento del delitto c'erano altre due persone. Dopo la richiesta di aiuto sono arrivati gli agenti del commissariato di pubblica sicurezza di Montecatini, guidati dal vice questore Corrado Mattana, che ha diretto le indagini. Subito i poliziotti hanno trovato gli abiti insaguinati del Lotti e poi hanno recuperato anche l'arma del delitto. È quindi arrivato il pubblico ministero Luigi Boccia della Procura di Pistoia, a cui Lotti ha reso ampia confessione. Il corpo della vittima è stato trasferito all'ospedale di Pescia, dove verrà eseguita l'autopsia, forse domani.



Gianluca Lotti, il trentottenne pistoiese che ha notte scorsa ha ucciso il suo compagno di stanza, Massimo Tarabori, all'età di 22 anni ha ucciso la sua fidanzata.
Nel settembre del 1998 a Pistoia Lotti massacrò a bastonate e a colpi di spranga Silvia Gianni, 20 anni, la ragazza con cui intratteneva da qualche tempo una relazione. Lotti fu condannato a 24 anni di carcere e gli fu riconosciuta la seminfermità mentale. I primi otto anni li ha scontati nell'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino, poi è stato trasferito nel carcere di Prato. A metà dello scorso mese di ottobre Lotti era stato ammesso alla misura di sicurezza non detentiva in libertà vigilata, con alcune prescrizione, ad esempio di non allontarsi la notte, nella comunità di accoglienza «Un popolo in cammino» di Massa e Cozzile (Pt). Dopo la confessione dell'omicidio della notte scorsa, ora Gianluca Lotti si trova rinchiuso nel carcere di Pistoia.
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