E in questo clima una donna, che era incinta di 6 mesi, ha perso il bambino, spiegando ai medici di essere stata colpita martedì scorso da una manganellata mentre stava manifestando nel quartiere Corvetto, dove le forze dell'ordine avevano appena sgomberato due centri sociali.
La Procura di Milano, con il pm di turno Gianluca Prisco e il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, sta seguendo direttamente il caso e, come è stato chiarito, «sono in corso accertamenti che saranno seri, rigorosi e scrupolosi». Da quel che risulta
gli accertamenti saranno effettuati a partire dalla settimana prossima. Il pm Prisco, disporrà a breve l'autopsia sul feto e l'esame istologico, acquisirà ecografie e cartelle cliniche e anche immagini e video relativi alle fasi degli scontri tra occupanti abusivi che manifestavano in via Ravenna e forze dell'ordine. La Procura ribadisce che saranno effettuati tutti gli accertamenti possibili sulla vicenda e il compito di indagare è stato affidato alla polizia locale e al comandante Tullio Mastrangelo.
Il difensore che assiste la donna, l'avvocato Eugenio Losco, ha incontrato il pm e anche lui nominerà dei consulenti di parte per seguire gli accertamenti medici. Nel frattempo, da fonti ospedaliere è già emerso ieri che non sarebbero stati trovati segni di lesioni o ecchimosi sul corpo della donna compatibili con un colpo di manganello. La donna, dopo aver detto già martedì scorso davanti alle telecamere di essere stata colpita dalla polizia, non ha poi presentato una denuncia formale all'autorità giudiziaria, ma fonti legali hanno sottolineato che non
l'avrebbe fatto perchè è un'occupante abusiva
Nella mattina degli scontri la donna, davanti alla telecamere, aveva detto «mi hanno dato col bastone e sono incinta, mi hanno preso la pancia», sostenendo di aver subito una manganellata, piangendo e mostrando la pancia. «Non lavoro da tre mesi», aveva aggiunto, raccontando anche di avere altri figli, tra cui una bimba di 9 anni e un ragazzo di 19 anni.
L'aborto spontaneo si è verificato all'ospedale Mangiagalli, anche sulla base di quanto affermato dalla paziente, ha inviato subito il referto medico alla Procura.
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