Migranti, il piano Ue per distruggere i barconi: azioni mirate con navi e aerei. Ma nessuna guerra

Migranti, il piano Ue per distruggere i barconi: azioni mirate con navi e aerei. Ma nessuna guerra
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Giovedì 23 Aprile 2015, 07:49 - Ultimo aggiornamento: 17:11

Navi e aerei per affondare i barconi nei porti libici attraverso un’operazione di polizia internazionale e cercare di fermare i trafficanti che portano migranti verso le coste italiane. Nessuna guerra, insomma, ma azioni mirate.

«Il governo di Tripoli non accetterebbe mai che l'Europa bombardi presunte basi di trafficanti di esseri umani. Tripoli si opporra», avverte intanto il ministro per gli Affari esteri del governo di Tripoli, Muhammed El-Ghirani. Ghirani ha sostenuto che nessuno dall'Europa ha mai consultato Tripoli su tali azioni, mentre la stessa Europa ha dichiarato varie volte di non voler riconoscere lo stesso governo di Tripoli. «Come saprete se verrà colpito un innocente o uno scafista?», ha chiesto il ministro.

«I trafficanti di esseri umani vanno contrastati con tutta la forza e vigore possibile» lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando oggi a Zagabria.

«Non si tratterà di guerra, ma di azioni chirurgiche mirate, molto precise, per distruggere i barconi prima del loro utilizzo, sulla base di informazioni di intelligence in possesso dell'Italia».

Fonti Ue circoscrivono la natura dell'operazione di Politica europea di sicurezza e difesa comune (Pesd), per la quale il vertice europeo straordinario di oggi darà mandato all'Alto rappresentante Federica Mogherini.

L'investitura per Lady Pesc è stata messa nero su bianco nelle prime bozze della dichiarazione e delle conclusioni circolate in serata. «L'Alto rappresentante è immediatamente invitata ad iniziare le preparazioni per una possibile operazione Pesd per identificare, catturare e distruggere le imbarcazioni prima che siano utilizzate dai trafficanti, secondo le leggi internazionali», recita la bozza della dichiarazione, riferita dall'Ansa.

«Non si può risultare credibili se non si prende sul serio la proposta del premier Matteo Renzi di distruggere i barconi dei trafficanti prima dell'utilizzo. Le vedute del presidente del consiglio europeo Donald Tusk sono molto vicine a quelle di Renzi. Questa è un'area su cui i nostri sforzi sono concentrati», spiegano fonti europee altamente qualificate.

Spetterà quindi ai servizi di Federica Mogherini, da qui al prossimo vertice di giugno, mettere a punto la cornice legale, sciogliere i nodi giuridici ed individuare la forma per la copertura delle Nazioni Unite, che sarà necessaria, dato che l'operazione sarà fatta lungo le coste della Libia.

«Nessuno sta parlando di mettere un piede a terra. Non speculate nemmeno su questo aspetto. Non è neppure in discussione», avvertono fonti europee. L'operazione si condurrà con mezzi aerei e navali.

Tra i messaggi che dovranno emergere dal summit di oggi, ci sarà l'impegno dei 28 a «distruggere il modello di business» dei trafficanti. L'intento sarà quello di «rendere la loro vita impossibile». Per questo si parlerà anche del ruolo di Europol «per la rimozione da Internet dei contenuti e dei materiali che i trafficanti utilizzano per attrarre i migranti».

Quanto a Frontex, c'è un accordo su almeno un raddoppio dei mezzi e delle risorse per Triton, per 2015 e 2016. Il budget dovrebbe così passare da tre a sei milioni al mese. La Commissione Ue ha inviato un documento ai vari Stati membri affinché già alla riunione di oggi possano mettere sul tavolo il loro impegno in termini di mezzi. Secondo fonti europee sono già cinque quelli che hanno risposto positivamente, tra questi Regno Unito, Norvegia e Belgio.

Il mandato resta immutato (quindi la mission rimane quella del controllo delle frontiere), come previsto dal piano in dieci punti presentato dal commissario Ue Dimitris Avramopoulos. È invece sparita dal radar, seppure in un primo momento contenuta nel documento della Commissione, il tema dell'allargamento del raggio d'azione, oltre le trenta miglia, per Triton (che avrebbe permesso una maggiore prontezza dei mezzi nelle operazioni di ricerca e salvataggio), questo per i timori di un «pull factor» (fattore richiamo dei migranti) della stragrande maggioranza dei Paesi, da Nord a Sud, in modo trasversale.

Intanto il premier britannico David Cameron si pente - alla luce delle ultime tragedie del mare - di aver spinto a ottobre per una missione europea su scala ridotta nel Mediterraneo e ottenuto, col sostegno di altri governi Ue - che si passasse dalle operazioni di ricerca e soccorso dei migranti diretti verso l'Italia a un semplice pattugliamento costiero.

Quanto ai reinsediamenti, secondo la bozza di conclusioni del vertice, i leader europei daranno mandato «ad un primo progetto pilota volontario» dei richiedenti asilo che «offra almeno 5.000 posti». E saranno «aumentati gli aiuti di emergenza ai paesi in prima linea», secondo la formula di «considerare opzioni per la ricollocazione di emergenza tra stati membri», su base volontaria.