Meredith, la difesa di Sollecito punta a differenziare la sua posizione da Amanda Knox: «Pensa solo a se stesso»

Amanda Knox
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Domenica 29 Giugno 2014, 17:56 - Ultimo aggiornamento: 30 Giugno, 00:40
Raffaele Sollecito e i suoi avvocati Luca Maori e Giulia Bongiorno hanno convocato una conferenza stampa marted a Roma per illustrare una nuova strategia di difesa e cioè differenziare la sua posizione rispetto a quella di Amanda Knox. La difesa del giovane pugliese ha depositato infatti un ricorso in Cassazione contro la sentenza di condanna emessa dalla Corte d'Assise d'Appello di Firenze che lo ha ritenuto nuovamente colpevole (dopo la condanna in primo grado a Perugia) dell'omicidio di Meredith Kercher, avvenuto nel 2009, insieme all'ex Amanda.



Dunque, oltre ai rumors, alcuni dei quali in parte confermati dallo stesso Sollecito e dai suoi legali, che sostengono come «Raffaele è sicuro solo che quella notte era a casa da solo» e «Raffaele pensa solo a se stesso», nel corposo ricorso ci sono indicazioni che vanno in tal senso. «Fra i numerosi vizi che il procedimento impugnato presenta - scrivono i legali - balza agli occhi quello legato alla ritenuta impossibilità di differenziare le posizioni degli imputati».



«Sul punto - scrivono i legali - la Corte di rinvio ha legato qualsiasi approfondimento dei ruoli individuali - indagine pur sollecitata dalla difesa - evitando di assumere qualsiasi posizione in ordine alle alternative ipotesi costruttive». La Corte di Firenze ha infatti affermato che «non vi è spazio alcuno per una qualsivoglia differenziazione delle responsabilità penali che, altrimenti si fonderebbe su petizioni di principio indimostrate».



I legali però non sono d'accordo e sostengono che «come documentato da ogni pagina del processo ed evidenziato dalla difesa, la possibilità che Raffaele Sollecito avesse assunto una posizione diversa rispetto a quella degli altri due correi risultava da una serie di elementi pregni di significato, il primo dei quali era rappresentato dal contenuto del memoriale, nel quale Amanda Knox aveva parlato al singolare a proposito degli accadimenti di via della Pergola».



E gli avvocati nel ricorso, ne mettono in fila dieci: il primo è relativo alla circostanza che Amanda riferì di aver ricevuto un sms da Lumumba che le diceva di non andare a lavorare, ma lei uscì ugualmente «Amanda - scrivono i legali - ha dunque ammesso di aver mentito al suo fidanzato». «Sollecito - si legge ancora - non ha mai calunniato chicchessia: l'accusa a Patrick non è mai stata confermata anche da lui». «Nel memoriale - attaccano i legali - Amanda Knox ha posto soltanto se stessa sul luogo del delitto al momento dell'urlo».



«Sul coltello e sulla lama è stato trovato solo Dna di Amanda» e «non sono state repertare ed esaltate al luminol tracce miste Sollecito - Kercher all'interno della casa».



«Il teste Quintavalle - scrivono ancora gli avvocati - ha affermato di aver visto Amanda Knox il mattino del 2 novembre, non ha menzionato la presenza di Sollecito in quei frangenti». «Raffaele non conosceva Rudy Guede e non aveva alcuna ragione per volere la morte di Meredith Kercher». «La supposta assenza di simpatia reciproca e la questione dei soldi spariti riguardava solo i rapporti tra la vittima e Amanda Knox».



«Oltre a tali elementi indubbiamente significativi - si legge ancora nel ricorso in Cassazione della difesa Sollecito - la Corte ha illogicamente escluso la possibilità di una contaminazione del gancetto del reggiseno con trasferimento casuale del Dna di Sollecito a seguito delle perquisizioni». Quanto poi al comportamento tenuto da Sollecito, i legali sottolineano che «la Corte di rinvio che ha ritenuto che la mancanza di collaborazione processuale dell'imputato esimerebbe dal percorrere ed analizzare le ipotesi alternative emergenti dagli atti».



«Tale assunto - affondano i legali - è erroneo sia in fatto che in diritto. Non va dimenticato infatti che né il pubblico ministero, né le altre parti hanno mai chiesto

l'esame dell'imputato Sollecito, il quale pertanto non si è mai avvalso della facoltà di non rispondere, anzi egli è intervenuto più volte in dibattimento rilasciando spontanee dichiarazioni, anche a chiarimento di taluni punti, avendo preso parte attivamente ai processi di primo grado, d'appello e di rinvio».



«La Corte - scrivono Maori e Bongiorno - non ha neppure valutato l' eventualità che una derubricazione del contributo del Sollecito in una ipotesi meno grave». «Ed infatti, se il debole movente solidaristico non potrebbe spiegare razionalmente l'escalation di violenza che ha portato alla morte di Meredith Kercher, tale causale potrebbe invece supportare (in linea teorica) un'attività di favoreggiamento verso l'allora fidanzata. Il che non significa affermare che così andarono i fatti, ma solo precisare che tale ultima ipotesi è semmai più verosimile nel momento in cui ci si debba confrontare con l'ipotizzato movente delineato dalla corte di Firenze».



I ricorsi di Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono stati depositati da pochi giorni in Cassazione, ed è possibile ipotizzare un pronunciamento della suprema Corte già entro l'anno.