Madre disperata: «Mia figlia rapita in Siria tre anni fa, ma nessuno mi aiuta»

Madre disperata: «Mia figlia rapita in Siria tre anni fa, ma nessuno mi aiuta»
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Venerdì 16 Gennaio 2015, 20:32 - Ultimo aggiornamento: 20:33
«Sono contenta che Greta e Vanessa siano state liberate, ma allo stesso tempo sono rammaricata perchè in tre anni per mia figlia non si è mosso nulla e lei non ha nemmeno deciso di andare laggiù, ce l'ha portata il papà di forza. Lo Stato usa due pesi e due misure, anche io pago le tasse».



Lo ha affermato, dopo aver pubblicato un post su Facebook, Alice Rossini, la madre di una bimba che a marzo avrà 5 anni, Emma, portata dal padre «con l'inganno» in Siria. La vicenda inizia nel 2012, quando si è separata dal siriano Mohammed Kharat, con cui ha vissuto a Vimercate (Monza): «Ho lasciato mio marito, una decisione per lui inconcepibile e per la quale ha deciso di punirmi togliendomi la mia ragione di vita, che allora aveva solo 21 mesi. Se mi avesse uccisa avrebbe goduto meno».



La donna, casalinga, ha sporto denuncia, la vicenda di Emma si è trasformata in un caso di rapimento internazionale (prima il reato era sottrazione di minore) solo recentemente: «In questi lunghissimi anni non ho mai ricevuto la telefonata di nessun appartenente dello Stato, niente è stato fatto per entrare in contatto con il padre, mentre la televisione ha impiegato due settimane a trovarlo. Grazie alla magnanimità di gente che non arriva a fine mese sono riuscita a pagarmi il viaggio per la Turchia insieme ad un investigatore volontario, ma il mio ex marito non si è presentato all'appuntamento nel quale avremmo dovuto cercare una soluzione».



Alice Rossini è rientrata in Italia, l'ultima volta a settembre, e il padre di sua figlia ha chiesto duecentomila euro per restituirgliela: «Io non credo me la ridarebbe comunque, ma anche volendo quei soldi non li ho.
Mi uccide sapere Emma laggiù, immaginare che possa finire rapita ed usata come bomba umana, come accade ad altri bambini. Quando l'ho sentita al telefono, l'unica volta, ha detto di voler tornare in Italia, da sua madre. Se il Governo ha deciso di ignorare me, non può far finta di nulla rispetto al grido di aiuto di una bambina cittadina italiana, che vuole tornare nel suo Paese».


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