Lecce, liceale cade in un pozzo luce a scuola e muore

Lecce, liceale cade in un pozzo luce a scuola e muore
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Mercoledì 8 Gennaio 2014, 14:38 - Ultimo aggiornamento: 9 Gennaio, 15:11

Uno studente di 17 anni morto dopo essere precipitato nel vuoto in un pozzo luce che si trova all'interno dell'area adibita alle attivit di educazione fisica della succursale del liceo scientifico "De Giorgi", in via Delle Anime, a Lecce. Il ragazzo avrebbe fatto un volo di una decina di metri.

Il fatto è avvenuto al termine dell'ora di educazione fisica, mentre i ragazzi stavano per rientrare in aula. Il minorenne era stato trasferito all'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce.

A quanto si è saputo, il ragazzo, Andrea De Gabriele di Campi Salentina (Lecce), che frequenta il quarto liceo, aveva da poco ultimato l'ora di educazione fisica e mentre suonava la campanella, ha lasciato il gruppo di amici con il quale si trovava per andare a recuperare il suo giubbotto che era stato lanciato per scherzo da un compagno di scuola dall'altro lato di una inferriata. Quest'ultima delimita un'area ricoperta da un materiale leggero, forse un tendone, una copertura per gli scantinati sottostanti.

Andrea De Gabriele - sempre secondo quanto si è saputo finora - avrebbe preso una sedia e si sarebbe arrampicato sulla inferriata, scavalcandola: appena è sceso dall'altro lato la copertura non ha retto il peso ed ha ceduto, facendo precipitare nel vuoto il ragazzo pare per una quindicina di metri. Il 17enne, trasportato da un'autoambulanza, è giunto in fin di vita nell'ospedale "Vito Fazzi" di Lecce dove i medici hanno tentato invano per 30 minuti di rianimarlo.

La preside «Non intendo rilasciare dichiarazioni»: così ha risposto al giornalista dell'ANSA che l'ha contattata telefonicamente la prof. Giovanna Caretto, preside del liceo scientifico statale "Cosimo De Giorgi" di Lecce. L'istituto che si trova nel quartiere "San Pio" è stato da poco aperto a giornalisti e operatori televisivi. All'interno della scuola gli agenti della Questura di Lecce stanno continuando a verbalizzare le dichiarazioni di docenti e di alcuni alunni e della preside. Nell'area della succursale dell'istituto scientifico dove normalmente si svolge l'attività fisica ci sono tre campetti in cemento, uno per il calcetto, uno per la palla a volo e il terzo per altre attività fisiche. La sedia posizionata dallo studente per recuperare il suo giubbotto si trova nel campo di palla a volo, accanto ad una inferriata che delimita un solaio - la cui superficie è protetta da un sottile telaio metallico tutto arrugginito e fissato con puntine - sotto il quale ci sono locali che - contrariamente a quanto detto in un primo momento - sarebbero non di pertinenza della scuola ma di un esercizio commerciale, un grande magazzino, attiguo all'istituto scientifico. Non ci sono cartelli che indicano un pericolo.

La mamma del ragazzo. «Se ne è andato via, se ne è andato via»: lo grida al cellulare, piangendo, prima di accasciarsi per terra, colta da malore, la mamma di Andrea De Gabriele. Simona, questo il suo nome, sembra anche lei una ragazza, una studentessa della classe, la IV I frequentata dal figlio, per quanto è giovane e minuta. Piange e si dispera per quell'unico figlio «perso in quel modo assurdo», così come ripetono in tanti, abbracciandosi. Nella camera mortuaria allestita nell'ospedale 'Vito Fazzì di Lecce ci sono tanti ragazzi, amici di Andrea. La donna è sorretta da alcuni familiari. «Era così bravo il mio Andrea», ripete la signora Simona tra le lacrime, in maniera incessante.

Gli amici del ragazzo. «No, non lo sapeva Andrea e non lo sapevamo neanche noi che c'era un pericolo, che c'era quel vuoto». Lo dicono all'ANSA due compagni di classe di Andrea De Gabriele. Gli amici sono tutti attoniti accanto alla bara del ragazzo, nella camera mortuaria allestita nell'ospedale 'Vito Fazzì di Lecce. «Mancavano una decina di minuti alla fine della lezione di educazione fisica - racconta una compagna di classe di Andrea - e il professore si era allontanato per raccogliere i palloni. Abbiamo sentito un urlo, un nostro compagno che gridava 'Andrea, Andreà e siamo accorsi». «Quando siamo arrivati - continua la ragazza - abbiamo visto il nostro amico sotto choc che non riusciva neanche più a parlare e allora ci siamo affacciati sulla grata e lo abbiamo visto lì, in fondo, per terra, è stato terribile».

Aperta un'inchiesta La Procura della Repubblica di Lecce ha aperto una inchiesta sulla morte di Andrea. L'ipotesi di reato, per il momento, è quella di omicidio colposo. Lo studente risiedeva a Veglie. Al momento non ci sono indagati, come si apprende da fonti investigative. Gli investigatori - si è appreso - hanno ascoltato il responsabile della sicurezza della scuola e il responsabile della sicurezza della edilizia scolastica della Provincia di Lecce, proprietaria dell'immobile.

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