Uccide un passante e ne ferisce altri due
torna "l’incubo Kabobo"». Arrestato un italiano

Uccide un passante e ne ferisce altri due torna "l’incubo Kabobo"». Arrestato un italiano
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Mercoledì 18 Giugno 2014, 04:01 - Ultimo aggiornamento: 12:27

Sono le 14.20 ma sembra di essere all'alba dell'11 maggio 2013, quando il ghanese Adam Mada Kabobo uccise tre persone e ne fer altrettante con un piccone nel quartiere Niguarda di Milano. Stavolta, però, l'assassino è un italiano di 34 anni, è nato a Cinisello Balsamo e tra le mani stringe un coltello. Ha ucciso un uomo di 52 anni e ne ha feriti gravemente altri due in un'ora e mezza di follia tra Cinisello e Sesto San Giovanni.

È Davide Frigatti, di lui si sa che è celibe, che vive con i genitori, che ha numerosi precedenti per spaccio di droga e uno per furto risalente al 1998. Non lavora, o meglio, è in prova presso un'agenzia pubblicitaria. Dopo un lungo interrogatorio negli uffici della Squadra mobile di Milano, alla presenza del pm Rizzo di Monza, è stato arrestato per omicidio e due tentati omicidi. È stato fermato poco dopo l'ultima aggressione sul ponte di Bresso dagli uomini della Scientifica inviati sul posto per eseguire i rilievi. Era nudo, urlava frasi senza senso («sono un uomo libero, sono un uomo libero, a tutto il mondo voglio gridarlo»), era sporco del sangue delle persone ferite ma anche del suo a causa dei tagli alle mani. La prima aggressione è avvenuta alle 14.20 all'interno del Parco Nord. Un pensionato di 68 anni è stato raggiunto alle spalle e colpito una ventina di volte mentre portava a spasso il proprio cane.

L'uomo è stato trasportato in condizioni serie all'ospedale Niguarda e non sarebbe in pericolo di vita. A quel punto il «folle», così è definito dagli investigatori, sarebbe tornato a casa, si sarebbe lavato e cambiato gli abiti per poi uscire e mettersi di nuovo in caccia. Con una Fiat Punto grigia (che si sospetta sia stata rubata) si è presentato un'ora dopo alla stazione di servizio Shell in via Gramsci, a Sesto San Giovanni (Milano). Qui ha colpito Francesco Saponara, 55 anni, gestore dell'attività. Una sola coltellata ma quasi letale, che ha costretto al ricovero d'urgenza all'ospedale San Gerardo di Monza, dove i medici non Sono le 14.20 ma sembra di essere all'alba dell'11 maggio 2013, quando il ghanese Adam Mada Kabobo uccise tre persone e ne ferì altrettante con un piccone nel quartiere Niguarda di Milano. Stavolta, però, l'assassino è un italiano di 34 anni, è nato a Cinisello Balsamo e tra le mani stringe un coltello. Ha ucciso un uomo di 52 anni e ne ha feriti gravemente altri due in un'ora e mezza di follia tra Cinisello e Sesto San Giovanni. È Davide Frigatti, di lui si sa che è celibe, che vive con i genitori, che ha numerosi precedenti per spaccio e uno per furto risalente al 1998.

Non lavora, o meglio, è in prova presso un'agenzia pubblicitaria. Dopo un lungo interrogatorio negli uffici della Squadra mobile di Milano, alla presenza del pm Rizzo di Monza, è stato arrestato per omicidio e due tentati omicidi. È stato fermato poco dopo l'ultima aggressione sul ponte di Bresso dagli uomini della Scientifica inviati sul posto per eseguire i rilievi. Era nudo, urlava frasi senza senso («sono un uomo libero, sono un uomo libero, a tutto il mondo voglio gridarlo»), era sporco del sangue delle persone ferite ma anche del suo a causa dei tagli alle mani. La prima aggressione è avvenuta alle 14.20 all'interno del Parco Nord. Un pensionato di 68 anni è stato raggiunto alle spalle e colpito una ventina di volte mentre portava a spasso il proprio cane. L'uomo è stato trasportato in condizioni serie all'ospedale Niguarda e non sarebbe in pericolo di vita.

A quel punto il «folle», così è definito dagli investigatori, sarebbe tornato a casa, si sarebbe lavato e cambiato gli abiti per poi uscire e mettersi di nuovo in caccia. Con una Fiat Punto grigia (che si sospetta sia stata rubata) si è presentato un'ora dopo alla stazione di servizio Shell in via Gramsci, a Sesto San Giovanni (Milano). Qui ha colpito Francesco Saponara, 55 anni, gestore dell'attività. Una sola coltellata ma quasi letale, che ha costretto al ricovero d'urgenza all'ospedale San Gerardo di Monza, dove i medici non si sbilanciano sul suo destino. Dieci minuti dopo Frigatti si è presentato in auto all' autolavaggio di Mercadante, 52 anni, con due figli di 10 e 17 anni e una moglie con cui sarebbe andato tra poco in crociera. Lo aggredisce con violenza, lo ammazza davanti alle telecamere del sistema di sorveglianza. A trovare il suo corpo è una collaboratrice della struttura che gli dava una mano con la contabilità.

«Ero qua e non mi sono accorta di nulla - ha detto ai giornalisti prima di essere portata negli uffici della questura milanese per essere ascoltata come persona informata dei fatti - Lo chiamavo e lo cercavo, ma non mi rispondeva. L'ho cercato, l'ho cercato e poi l'ho trovato disteso a terra nel piazzale. Pensavo fosse un malore». Mercadante, invece, era già morto. «Adesso come faccio, come lo dico a sua madre?», ha chiesto tra le lacrime Grazia, la cognata del 52enne, parlando al telefono con un conoscente. Nell'autolavaggio è rimasta l'auto sporca di sangue di Frigatti, che ha gettato il coltello, è scappato a piedi e ha raggiunto il ponte di Bresso. Qui è stato fermato, portato in questura e ascoltato per alcune ore. In realtà il colloquio è stato molto difficile. Ha pronunciato frasi senza senso per la maggior parte dell'incontro.

È stato impossibile decifrare la sua mente e capire il movente. Proprio come per Kabobo.si sbilanciano sul suo destino. Dieci minuti dopo Frigatti si è presentato in auto all' autolavaggio di Mercadante, 52 anni, con due figli di 10 e 17 anni e una moglie con cui sarebbe andato tra poco in crociera. Lo aggredisce con violenza, lo ammazza davanti alle telecamere del sistema di sorveglianza. A trovare il suo corpo è una collaboratrice della struttura che gli dava una mano con la contabilità. «Ero qua e non mi sono accorta di nulla - ha detto ai giornalisti prima di essere portata negli uffici della questura milanese per essere ascoltata come persona informata dei fatti - Lo chiamavo e lo cercavo, ma non mi rispondeva. L'ho cercato, l'ho cercato e poi l'ho trovato disteso a terra nel piazzale. Pensavo fosse un malore». Mercadante, invece, era già morto. «Adesso come faccio, come lo dico a sua madre?», ha chiesto tra le lacrime Grazia, la cognata del 52enne, parlando al telefono con un conoscente. Nell'autolavaggio è rimasta l'auto sporca di sangue di Frigatti, che ha gettato il coltello, è scappato a piedi e ha raggiunto il ponte di Bresso. Qui è stato fermato, portato in questura e ascoltato per alcune ore. In realtà il colloquio è stato molto difficile. Ha pronunciato frasi senza senso per la maggior parte dell'incontro. È stato impossibile decifrare la sua mente e capire il movente. Proprio come per Kabobo.

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