Isis, caccia ai reclutatori dei jihadisti italiani

Isis, caccia ai reclutatori dei jihadisti italiani
di Sara Menafra
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Venerdì 5 Settembre 2014, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 15:48
Potrebbero essere proprio tra gli indagati dei procedimenti degli ultimi anni, alcuni dei foreign fighters disposti a partire verso la Siria e che rappresentano la principale preoccupazione dell’intelligence italiana, dell’Antiterrorismo della polizia e del Ros dei carabinieri. L’ipotesi a cui si lavora da fronti diversi, riguarda almeno due casi. Il primo è localizzato a Genova, dove in seguito alla partenza dal capoluogo ligure del 23enne Giuliano Ibahim Delnevo, diretto in Siria, è ancora aperto un fascicolo di indagine per 270 quinques, l’ipotesi del Codice penale a cui corrisponde il reclutamento di ”terroristi” disposti a combattere all’estero.



Sul registro degli indagati, oltre a quello del giovane jihadista italiano che sarebbe morto nel giugno 2013, ci sono altri tre nomi. Uno del suo più cari amici, convertito anche lui, Andrea Umar Lazzaro, che si sarebbe allontanato da Delnevo proprio perché non condivideva l’opzione della guerra santa. Gli altri due indagati, invece, entrambi di nazionalità marocchina hanno fatto perdere le loro tracce già qualche mese fa. E l’ipotesi della procura ligure è che siano arrivati anche loro in Siria, seguendo lo stesso canale di reclutamento utilizzato dal 23enne.



LE INDAGINI

Su un sentiero analogo procede la procura di Bologna. Qui il filo da riallacciare è quello che potrebbe collegare i maghrebini andati a combattere in Bosnia negli anni ’90 con l’attuale jihad siriana. A guidare il gruppo era Khalil Jarraya, il «colonnello», condannato per associazione terroristica internazionale nel 2012 assieme ad altre cinque persone. Due di loro potrebbero essersi spostate verso la Siria negli ultimi mesi per combattere una nuova guerra santa. L’inchiesta genovese è osservata con attenzione anche da Roma pure per un altro motivo: ricostruire il canale di reclutamento utilizzato da Giuliano Delnevo potrebbe aiutare a capire da dove sono passati gli altri combattenti di cittadinanza italiana diretti in Siria.



LA POSSIBILE SVOLTA

Per questo motivo, potrebbe essere importante l’interrogatorio, previsto per le prossime settimane, di Andrea Umar Lazzaro, l’amico intimo di Giuliano Delnevo, più grande di lui e con un passato tra le fila di Forza Nuova. Andrea Umar Lazzaro non avrebbe appoggiato la scelta dell’amico e pur conservando una posizione fortemente ortodossa, non solo non seguì Delnevo ma disse a conoscenti comuni di condividere la scelta di chi partiva. La sua posizione potrebbe essere archiviata, ma nel frattempo il giovane ha dichiarato di essere disponibile a raccontare quello che sa di quella partenza. Le sue parole potrebbero essere importanti, visto che negli ultimi anni lui stesso ha frequentato anche il Veneto, la regione su cui si concentra l’inchiesta più recente aperta sui foreign fighters, quella che ha preso di mira i gruppi estremisti concentrati tra Belluno, Treviso e Pordenone.



LE MISURE

Il ministro degli Interni Angelino Alfano riferirà sull’allerta terrorismo in Italia e in Europa martedì prossimo alla Camera, mentre il direttore dei servizi segreti (Dis), ambasciatore Giampiero Massolo, è stato convocato dal Comitato parlamentare di controllo per lunedì. Nel frattempo, le forse di polizia sono state ulteriormente attenzionate sulla sorveglianza dei cosiddetti obiettivi sensibili. «Lo stato di allerta è alto, in Italia e in Europa», ha detto il ministro ieri dal Cairo, al termine dell’incontro con il presidente egiziano Sisi: «Abbiamo a che fare con un’organizzazione che ha ambizioni terribili che nessuno ha mai avuto. Occorre lavorare insieme per spegnere l’incendio perché tutta l’Europa è minacciata. Impedire ai terroristi di fare danni».
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