Isis, scoperta cellula terroristica in Italia: tre arresti. Reclutava jihadisti

Isis, scoperta cellula terroristica in Italia: tre arresti. Reclutava jihadisti
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Marzo 2015, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 26 Marzo, 08:36

​Una cellula di estremisti islamici che operava tra l'Italia e i Balcani è stata smantellata dall'Antiterrorismo della Polizia, al termine di una lunga indagine. La cellula, secondo quanto si apprende, era dedita al reclutamento di aspiranti combattenti e al loro instradamento verso le milizie dell'Isis.

Gli arresti Sono tre le persone arrestate in provincia di Torino e in Albania.

Perquisizioni nei confronti di alcuni soggetti ritenuti simpatizzanti dell'Isis in Lombardia, Piemonte e Toscana. I provvedimenti di custodia cautelare sono stati emessi dal Gip di Brescia nei confronti di due cittadini albanesi, zio e nipote: il primo è residente in Albania ed è stato arrestato a Kavaja, circa 40 chilometri a sud di Tirana. Si tratta du Alban Haki Elezi, 38, anni, nato e residente a Rasshbull, villaggio di Kavaja. L'uomo frequentava una delle moschee della stessa città.

Il secondo arrestato vive in provincia di Torino così come il terzo arrestato. Si chiama Elvis Elezi. Frequentava un istituto tecnico a Ciriè dove vive la sua famiglia. «Sono basita - dice la preside, Maria Costantino -, ho la pelle d'oca. Proprio non me l'aspettavo» Il giovane frequentava la 4/a classe del corso di elettronica e «si era inserito perfettamente» all'interno della classe, ricorda la dirigente scolastica. Non frequentava l'ora di religione. «Elvis - aggiunge la preside - è sempre stato un ragazzo volenteroso e non ha mai dato alcun tipo di problema dal punto di vista disciplinare, proprio non mi aspettavo che potesse avere simpatie per l'Isis, non ne ha mai dato alcun segnale».

L'autore del manuale Isis Il terzo arrestato è un ventenne cittadino italiano di origine marocchina. E' ritenuto l'autore del documento di propaganda dell'Isis, un testo di 64 pagine interamente in italiano, apparso di recente sul web (il documento si intitola "Lo stato islamico, una realtà che ti vorrebbe comunicare"). L'accusa ipotizzata nei confronti dei due albanesi è di reclutamento con finalità di terrorismo mentre nei confronti del 20enne il reato contestato è apologia di delitti di terrorismo, aggravata dall'uso di internet. Il giovane, secondo le indagini, era attivissimo su Internet e avrebbe preparato il documento, di cui si è saputo solo lo scorso 28 febbraio, a novembre scorso. Dopo esser stato messo in rete dal ventenne è stato rilanciato da diversi utenti, attraverso Facebook e siti internet.

Il foreign fighter I tre erano in contatto, sia telefonico che tramite Facebook, con Anas El Abboubi, uno dei foreign fighters italiani che si troverebbe attualmente in Siria. Lo stesso Anas (arrestato dalla Digos nel giugno del 2013 e poi scarcerato dal tribunale del Riesame), pochi giorni prima di trasferirsi in Siria, aveva effettuato un viaggio in Albania, dove viveva uno dei presunti estremisti.

Il sospetto Non solo: un giovane italo-tunisino, 'agganciato' da alcuni degli arrestati è stato sottoposto al regime di sorveglianza speciale di Polizia, introdotto dal nuovo decreto antiterrorismo, e gli sono stati sospesi i documenti per l'espatrio. Il ragazzo, residente in provincia di Como, era minorenne quando è stato individuato attraverso internet dai due albanesi arrestati oggi. L'approccio è avvenuto subito dopo la partenza dall'Italia di Anas El Abboubi: all'inizio il giovane era titubante tanto che l'uomo arrestato in Albania è venuto appositamente per convincerlo ad aderire allo Stato Islamico.

l gip di Brescia ha emesso un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di El Abboubi. L'accusa è di «addestramento con finalità di terrorismo». Stando alle indagini, El Abboudi il 6 settembre 2013 era andato in Albania per raccogliere istruzioni per riunirsi a gruppi jihadisti in Siria. L'inchiesta è riuscita a ricostruire gli ultimi spostamenti in Italia del giovane marocchino residente nel bresciano e i suoi contatti prima di inserirsi nelle fila dello Stato Islamico, dove ha assunto il nome di battaglia di "Abu Rawaha l'italiano".

L'indagine, rende noto il direttore della Direzione centrale della polizia di prevenzione (Ucigos), il prefetto Mario Papa, è durata due anni ed è stata coordinata dall'Ucigos e condotta dalla Digos di Brescia con il concorso delle questure di Torino, Como e Massa Carrara. Uomini dell' Antiterrorismo, della questura di Brescia e del Servizio di cooperazione internazionale di Polizia stanno operando anche in Albania, nella zona di Tirana.

Indagati anche due marocchini nel Torinese. Nell'inchiesta sulla cellula italiana dell'Isis ci sono anche due giovani marocchini indagati a piede libero, un ragazzo di Alpignano e una ragazza di Torino. Secondo gli investigatori avrebbero espresso simpatie per la jihad e per il reclutamento su alcuni siti internet, ma non avrebbero avuto un ruolo attivo nell'organizzazione. Sono comunque indagati per apologia di terrorismo.

Il pm «Oggi è una giornata importante per la lotta al terrorismo»,ha detto il procuratore di Brescia Tommaso Buonanno. «E' importante perché dimostra come gli investigatori e gli inquirenti mostrino attenzione verso questa nuova situazione, pur con carenze di risorse». Il magistrato ha spiegato che «nuovi elementi» sono alla base dell'ordinanza di custodia cautelare per Anas El Abboubi, combattente in Siria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA