Napoli, orrore nel cortile di una scuola del Vomero: uomo trovato impiccato e con le mani legate

Napoli, orrore nel cortile di una scuola del Vomero: uomo trovato impiccato e con le mani legate
di Giuseppe Crimaldi e Melina Chiapparino
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Martedì 22 Aprile 2014, 10:39 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 12:39

Un uomo di 44 anni stato trovato impiccato nel cortile della scuola media Cesare Pavese in via Domenico Fontana al Vomero. Si chiamava Roberto Calenda, aveva 35 anni ed era un tossicodipendente, senza fissa dimora.

​In un primo momento si è pensato subito a un omicidio, dal momento che Calenda è stato ritrovato appeso ad una corda fissata su una scala antincendio nel cortile del plesso, con le mani legate dietro la schiena. Ma dopo un primo esame del medico legale ed i rilievi della polizia scientifica, sembra farsi strada l'ipotesi del suicidio.

L' uomo - secondo gli investigatori - potrebbe avere egli stesso stretto i polsi con la fascetta elastica. La fascetta che legava i polsi è infatti di tipo elastico e potrebbe essere stata usata dallo stesso Calenda per prevenire ripensamenti sull'estremo gesto.

L'uomo, elettricista, risulta incensurato e sarebbe un tossicodipendente. Per lui, soltanto un vecchio precedente per ricettazione. L'omicidio potrebbe essere avvenuto a notte fonda.

La scena che si è presentata agli investigatori è stata agghiacciante: l'uomo si trovava appeso con un cappio al collo a 5, 6 centimetri dal suolo. Indossa una felpa color amaranto, blu jeans e scarpette Merrell.

La dinamica. L'ipotesi del suicidio viene supportata da tre elementi. Il primo: in una tasca dei jeans, Roberto, aveva un biglietto nel quale prennunciava il gesto estremo e chiedeva scusa ai familiari. Il secondo: l'uomo aveva già tentato in passato di togliersi la vita, così come ha ricostruito in queste ore la polziia, ascoltando anche alcuni familiari.

Il terzo punto riguarda la dinamica della tragedia: l'uomo a notte fonda - l'orario esatto sarà stabilito dopo gli esami autoptici - avrebbe scavalcato il cancello della scuola Pavese. Ha individuato la parte della scala alla quale legare il cappio, si è infilato il cappio al collo, ed ha stretto i polsi dietro la schiena con una fascetta in plastica, di quelle utilizzate dagli elettricisti, in modo tale da prevenire eventuali gesti frutti di un ripensamento estremo.

Dopo si è lasciato cadere in uno spazio vuoto di pochi centimetri, uccidendosi.

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