Azione disciplinare contro il giudice Esposito per l'intervista sulla sentenza Mediaset

Antonio Esposito
di Silvia Barocci
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Venerdì 22 Novembre 2013, 11:25 - Ultimo aggiornamento: 23 Novembre, 12:00
L ”avviso di garanzia” disciplinare il procuratore generale della Cassazione, Gianfranco Ciani, glielo ha inviato dopo aver avvertito anche il Csm: Antonio Esposito, il presidente del collegio della Cassazione che ha condannato Silvio Berlusconi a quattro anni per frode fiscale per la vicenda diritti tv Mediaset, stato formalmente incolpato per l’intervista che rilasci al Mattino lo scorso 6 agosto, pochi giorni dopo aver pronunciato il verdetto di condanna dell’ex premier e prima del deposito delle motivazioni.



Per quelle dichiarazioni, che il quotidiano titolò «Berlusconi condannato perché sapeva, non perché non poteva non sapere», il pg della Cassazione ha contestato ad Esposito tre violazioni disciplinari: il dovere di riservatezza del magistrato; l’aver reso pubbliche dichiarazioni o interviste che riguardano ”soggetti a qualsivoglia titolo coinvolti negli affari in corso di trattazione, ovvero trattati e non definiti”; l’aver violato una disposizione interna alla Cassazione in base alla quale a tenere i rapporti con la stampa sia il funzionario di un ufficio preposto.Per ora si tratta del primo passo di un’azione che rischia di trascinare Esposito davanti alla sezione disciplinare del Csm. Tutto dipende da quando il pg Ciani chiuderà la fase d’indagine, sentendo anche Esposito (assistito da un avvocato o da un magistrato).



L’INTERVISTA

La sua contestata intervista aveva ancor più arroventato il clima dell’estate giudiziaria (e politica) di Berlusconi. Il presidente della Cassazione Giorgio Santacroce aveva da subito definito quelle parole "inopportune". "Senza precedenti", per i legali di Berlusconi Niccolò Ghedini e Franco Coppi. A cinque giorni dalla condanna del Cavaliere, il presidente del collegio aveva infatti dichiarato al Mattino: «Tu venivi portato a conoscenza di quello che succedeva, tu non potevi non sapere, perché Tizio, Caio e Sempronio hanno detto che te l’hanno riferito. Un po' diverso del non poteva non sapere». Una volta pubblicata l’intervista, Esposito aveva però smentito, sostenendo di aver approvato un testo definitivo dell’intervista, inviatogli via fax, diverso da quello pubblicato. Il Mattino, dal canto suo, ha confermato di aver riportato fedelmente l'intervista e di aver concordato per telefono il testo con il magistrato, pubblicando sul sito l'audio di quel passaggio.



L’AUDIO DAL PG

Ad essersi mossi, nel pieno della bufera estiva, erano stati entrambi i titolari dell’azione disciplinare: il ministro della Giustizia e il pg della Cassazione. Quest’ultimo, però, in base alle nuove norme del 2006, esercita un potere non discrezionale ma obbligatorio. A fine agosto, dunque, Ciani ha chiesto e ottenuto dalla direzione del Mattino l’intera registrazione, di 34 minuti, del colloquio tra il giornalista Antonio Manzo ed Esposito. E l’altro giorno ha avviato un’azione disciplinare nei confronti del magistrato. Decisione, questa, per certi versi attesa dallo stesso Csm che, in considerazione dei ”profili disciplinari” ravvisabili nella condotta del magistrato, aveva deciso di archiviare la pratica sul trasferimento d’ufficio di Esposito per incompatibilità ambientale e funzionale in attesa di eventuali mosse del pg o del ministro della Giustizia.
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