Violenza sulle donne, la miss picchiata: «Aprite la porta, denunciate»

Violenza sulle donne, la miss picchiata: «Aprite la porta, denunciate»
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Lunedì 25 Novembre 2013, 13:47
Aprite la porta di casa e denunciate: la violenza non si cancella, lascia cicatrici visibili ma, soprattutto, invisibili. A lanciare quest'appello alle donne vittime di violenza è Rosaria Aprea, la miss di Macerata Campania (Caserta) finita con la milza spappolata in ospedale, lo scorso 12 maggio, dopo essere stata presa a calci dal suo ex compagno geloso, Antonio Caliendo.



Il messaggio di Rosaria giunge in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra oggi. Per quelle percosse, Rosaria, è finita tre volte sotto i ferri: ha perso la milza e non ha più l'ombelico. Ferite che le hanno compromesso anche la carriera di modella. Al loro posto ora c'è una lunga cicatrice, ricordo indelebile di un amore malato in nome del quale ha sopportato maltrattamenti di ogni genere.



Di recente Antonio Caliendo, suo ex compagno, è stato scarcerato per decorrenza dei termini cautelari. Finì in cella dopo essere stato arrestato dalla Polizia con l'accusa di lesioni gravi. Rosaria, in un primo momento, scelse di non denunciarlo. Ma la polizia, su indicazione del pm, lo fermò procedendo d'ufficio. Domani finirà sotto processo a Pesaro. Lì iniziarono le aggressioni a Rosaria, durante una sfilata di moda che la incoronò reginetta. «La violenza - spiega la miss di Macerata Campania - è una lama invisibile che continua a essere puntata al tuo collo anche dopo l'aggressione. Ci vuole un gesto di forza per uscirne: io non avevo compreso da subito l'importanza della denuncia e della ribellione alle violenze subite».



Rosaria, infatti, malgrado le percosse e gli interventi chirurgici, non voleva presentare denuncia: fu il suo legale, l'avvocato Carmen Posillipo, a risvegliarla dal torpore dell'amore che ancora nutriva per il suo ex compagno violento. Per rispondere alla sua reticenza le riconsegnò nelle mani il mandato di difenderla. Carmen Posillipo è presidente dell'associazione «S.O.S. Diritti» che dal novembre del 2009 si occupa di tutelare i diritti delle donne e dei minori. Per lei, quell'atteggiamento per l'ennesima volta remissivo, era insopportabile. «L'importanza della difesa oltre che giuridica è soprattutto personale - spiega all'Ansa Carmen Posillipo - la difesa ha come sua prima finalità quella di aiutare le vittime a uscire dal silenzio». Sono molti i casi passati per l'associazione «Sos Diritti» in cui le donne hanno deciso di non denunciare discriminazioni, violenze e abusi: «Questa scelta - chiarisce l'avvocato - è dovuta in parte alla mancanza di strumenti e all'impossibilità materiale di procedere alla denuncia stessa. Ma, in parte, è frutto anche della mancanza di consapevolezza del proprio status di vittime. Inoltre,in molti casi, gioca un ruolo determinante la paura di affrontare da sole il giudizio della comunità di cui si fa parte».



Per l'avvocato Posillipo, comunque, le responsabilità delle mancate denunce non sono solo da addebitare alla scarsa volontà delle vittime di far emergere la propria situazione: «Influiscono anche le lungaggini della macchina giudiziaria, che impone tempi di attesa tali da rendere la denuncia quasi inutile e, talvolta, addirittura controproducente».
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