Avevano costituito un vero e proprio sistema per controllare e pilotare gli appalti pubblici. Il secondo troncone dell'indagine «Ceralacca», che oggi ha portato all'esecuzione di 16 misure cautelari e al sequestro di beni e società per 40 milioni di euro, ha consentito di «trovare conferme alle prime indagini e contestare nuove condotte», hanno spiegato i militari della Guardia di finanza del Comando provinciale di Reggio Calabria, che hanno incontrato i giornalisti insieme al procuratore Federico Cafiero de Raho e all'aggiunto Ottavio Sferlazza.
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