Olandesi a due facce/ Teppisti a casa nostra e poliziotti a casa loro - di M. Ajello

di Mario Ajello
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Venerdì 27 Febbraio 2015, 10:51
Avremmo potuto dare il peggio di noi stessi, e invece no. Avremmo potuto dare sfogo alla rabbia e al senso di rivalsa contro gli olandesi.

Per ciò che gli olandesi hanno fatto a Roma e contro Roma. E invece questo non è accaduto e del resto qualsiasi violenza di ritorno sarebbe stata una dimostrazione sciaguratissima di subalternità culturale da parte di chi non ha nessuna ragione storica e nessun motivo presente o passato per doverla nutrire. E insomma, verrebbe da dire che a Rotterdam, per il match tra i giallorossi e il Feyenoord, abbiamo dato come romani e non per forza come romanisti una lezione di civiltà ai barbari. Proprio a loro che hanno appena sfregiato la nostra Capitale.



Ma senza buttarla in retorica, o peggio in campanilismo, è bastato, per uscire a testa alta da questa partita esterna allo stadio, applicare agli olandesi - quelli violenti - il precetto che il confessore rivolge a Jeanne Moreau nella Sposa in nero: «Non ci si può vendicare degli uomini, non si finirebbe mai. Bisognerebbe vendicarsi non solo dei loro delitti, ma anche della loro ignoranza, di quasi tutti i loro pensieri». Ma soprattutto, sono i fatti che parlano e i fatti sono quelli sintetizzati per esempio in un racconto su Facebook, che è opera di un rispettabilissimo tifoso giallorosso in trasferta in Olanda.



Scrive Romeo Capelli: «Bloccati dalla polizia sotto la scaletta dell’aereo, sequestrati su due pullman e portati in aperta campagna dove ci hanno fotografato, schedato e perquisito sotto la pioggia. Trattati come bestie». E la pipì? Si può fare, «contro un albero», in compagnia del poliziotto olandese che «munito di scudo (anti-spruzzo?) ti osserva». E ancora: «Divisi i padri dai figli. Gli uni a Rotterdam, gli altri ad Amsterdam». Non è un po’ troppo? Lo è. Al punto che qualcuno, esagerando con i parallelismi e perdendo il senso delle proporzioni tragiche, ha paragonato questi eccessi di controllo con gli orrori novecenteschi che sono ben altra cosa e quei demoni naturalmente non c’entrano affatto con questa vicenda.



Ma ammettiamo pure che vada bene così - perché la prevenzione è prevenzione ed è preferibile alla repressione, specie quando questa è difettosa - stride però questo comportamento rigoroso e tutto improntato al law and order più inflessibile da parte delle autorità olandesi, con l'atteggiamento minimizzante, eccessivamente rilassato, addirittura lassista e perciò offensivo che quel Paese sta mostrando in questi giorni riguardo alla richiesta di rispetto e di risarcimento anche finanziario che Roma chiede in seguito alla devastazione della Barcaccia del Bernini e al saccheggio lanzichenecco che gli hooligan hanno inferto a questa città.



Poliziotti a casa loro e barbari a casa nostra. Ecco la morale di questa che non è una favola. Ed è invece una istruttiva parabola sul come non riconoscere le ragioni degli altri (cioè le nostre) e sul come non pagare per i propri errori (cioè i loro). Nella lingua corrente, ciò si chiama ipocrisia o furberia levantina. Ma il Paesi Bassi non erano situati più a Nord di noi?