Femminicidio, il mondo si mobilita per rompere il silenzio

Femminicidio, il mondo si mobilita per rompere il silenzio
di Angela Padrone
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Mercoledì 26 Novembre 2014, 05:57 - Ultimo aggiornamento: 20:18

«Provaci con me», dice una bella ragazza bionda inguainata in un provocante vestito da sera verde. Provaci con me, ripete, alzando le mani che indossano un paio di guantoni da boxe rossi. È una delle atlete della squadra di pugilato italiano, che ai campionati mondiali in Corea hanno conquistato una medaglia d'argento e due di bronzo, nel video girato per la giornata contro la violenza sulle donne. Messaggio chiaro, contro il ruolo di vittime che spesso inchioda le donne e le rende ancora più vulnerabili, magari complici dei loro carnefici: solo il 10% denuncia il proprio aggressore, ha ricordato il ministro Maria Carmela Lanzetta nel convegno all'Auditorium di Roma.


MENO VITTIME NEL 2014

Tutto il mondo ieri ha celebrato la giornata dell'Onu contro la violenza sulle donne.

Una stima dice che una donna su tre nel mondo avrebbe subito qualche genere di aggressione, fisica o sessuale. Ma la realtà è che si tratta di un fenomeno sommerso, che oggi ci colpisce più che nel passato, e che i numeri non dicono abbastanza. Quante erano 50 anni fa, solo in Italia, le donne picchiate, violentate, offese, magari accidentalmente uccise, tra le mura domestiche? Nessuno può dirlo con esattezza perché 50 anni fa episodi del genere erano quasi normali.

Quello che sappiamo dalle ricerche Istat è che negli ultimi 20 anni c'è stata una grande diminuzione degli omicidi in generale: da un tasso di 3,4 su 100 mila nel 1991 siamo passati a un tasso dello 0,9 (su 100 mila) nel 2011. Ma di questo miglioramento hanno beneficiato soprattutto gli uomini. Meno omicidi della criminalità, molti meno quelli per furto o rapina. Invece gli omicidi a danno delle donne sono rimasti stabili: 0,5 ogni 100 mila, e quasi tutti in ambito familiare. Tanti erano negli anni 90 e tanti sono ora.

L'anno scorso però è stata approvata la legge sul femminicidio e nell'ultimo anno qualche segnale di miglioramento sembra esserci stato: se il 2013 si è toccata la cifra record di 179 donne uccise, negli ultimi 12 mesi secondo il ministero dell'Interno c'è stato un calo dell'8%, con 152 vittime. Tuttavia queste oscillazioni non sono così significative nel breve periodo ed è molto difficile attribuire il miglioramento alla legge: solo due anni fa, infatti, la cifra era più o meno la stessa, con 157 donne uccise.

#COSE DA UOMINI

Cos'è dunque importante nella mobilitazione contro la violenza sulle donne? L'educazione, ha detto ieri il ministro Maria Elena Boschi davanti a un gruppo di ragazzi delle scuole a Roma. Lo stesso è stato il messaggio del rapporto Rosa shocking realizzato da Intervita e Ipsos e presentato alla Camera con la presidente Laura Boldrini: gli stereotipi e i luoghi comuni fanno più danni di un pugno. Dal rapporto emerge che un italiano su tre ritiene che la violenza domestica sia un fatto privato. Uno su 5 pensa che uno sfottò a sfondo sessuale verso una donna in fondo sia accettabile. E negli stereotipi non cadono solo gli uomini, ma anche le donne: il 77% delle intervistate pensa che se gli uomini ogni tanto diventano violenti, sia “per il troppo amore”.

Più originale appare la campagna lanciata dal governo con una serie web con hashtag #cosedauomini e rivolta al mondo maschile attraverso cinque episodi legati al calcio. Testimonial l'attore Michele La Ginestra e il calciatore Simone Perrotta. Così, se il mondo della pubblicità investe circa 65 milioni di euro l'anno per spot in cui si utilizza il corpo delle donne per rafforzare un'immagine di seduzione stereotipata, non ci resta che sperare nel calcio.