Elena Ceste, arrestato il marito. Il pm: l'ha denudata e gettata nel fiume

Elena Ceste, arrestato il marito. Il pm: l'ha denudata e gettata nel fiume
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Giovedì 29 Gennaio 2015, 10:50 - Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 16:36

I carabinieri di Asti hanno arrestato il marito di Elena Ceste, Michele Buoninconti, per omicidio volontario e occultamento di cadavere.

I carabinieri hanno precisato che Buoninconti è stato arrestato per omicidio volontario premeditato su ordine del gip di Asti Giacomo Marson, che ha accolto la richiesta del pm Laura Deodato. Ieri era stata depositata in Procura la perizia autoptica eseguita sul corpo della donna. Nella stesso tempo era stato effettuato, su iniziativa dei legali, un sopralluogo sul luogo in cui venne ritrovato il corpo della donna. Elena Ceste, 37 anni, scomparve da casa nel gennaio del 2014. Il suo corpo venne ritrovato 9 mesi, il 18 ottobre scorso, poco distante dalla sua abitazione.

Buoninconti è stato arrestato dai carabinieri nella sua casa di Costigliole d'Asti. I carabinieri, alla presenza dei suoi legali, Chiara Girola e Alberto Masoero, lo hanno prelevato e portato in caserma ad Asti.

L'uomo era indagato per omicidio dal 24 ottobre. Oggi l'esecuzione dell'ordine di arresto con l'accusa di omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere.

Elena Ceste con ogni probabilità è stata uccisa in casa, e poi portata di nascosto nel luogo in cui è stata ritrovata. Lo ha riferito il comandante dei carabinieri di Asti, colonnello Fabio Federici. «La donna sarebbe deceduta per morte violenta nella sua abitazione. Escludiamo l'annegamento. Probabile l'asfissia», ha detto. Era stata la stessa Procura di Asti a chiedere ai carabinieri di eseguire l'arresto.

Subito dopo esser stata uccisa, secondo l'accusa dal marito, Elena Ceste fu «denudata» e gettata nel Rio Mersa. Continua il gip di Torino nell'ordinanza di custodia cautelare, sottolineando che l'uccisione l'occultamento del cadavere della donna «sono stati pressochè contestuali». «Il mancato rinvenimento di brandelli di tessuto, bottoni, fibbie - afferma infatti il giudice alla luce delle perizie effettuate - evidenzia che la persona offesa non poteva indossare alcun tipo di abito nel momento in cui il suo corpo è stato immerso nel rigagnolo». Inoltre, prosegue, al momento dell'allontanamento «la vittima non portava certamente gli occhiali, che sono stati rinvenuti nella medesima abitazione e che pure le erano indispensabili in quanto presentava un rilevante deficit visivo».

Il gip. Michele Buoninconti agendo con cautela, per proteggere i figli. I quattro ragazzi, che hanno una età che varia dai 7 ai 16 anni, all'uscita di scuola hanno trovato ad aspettarli alcuni assistenti sociali, che li hanno accompagnati a casa dei nonni e degli zii materni. La famiglia Ceste chiede che sia rispettata la loro privacy.

Il movente dell'omicidio di Elena Ceste da parte del marito «va ricercato nell'odio maturato nel tempo». Lo scrive il gip Giacomo Marson, del tribunale di Asti, nell'ordinanza di custodia cautelare per Michele Buoninconti. L'uomo, secondo il giudice, riteneva che Elena «fosse una moglie e una madre inadeguata», nonchè «una donna infedele e inaffidabile dedita a coltivare rapporti virtuali con il computer e, quindi, 'da raddrizzare'».

Michele Buoninconti si è comportato in modo da «condizionare i propri figli» per depistare le indagini «offrendo un modello familiare diverso dal reale». Lo scrive il gip Giacomo Marson, del tribunale di Asti, nell'ordinanza di custodia cautelare. Il giudice parla di «metodo sottilmente intimidatorio». «Di estrema gravità - scrive il gip - anche nell'ottica di valutare la personalità dell'indagato, è il metodo sottilmente intimidatorio utilizzato per raggiungere lo scopo, suggestionando i propri figli più giovani con la paura tratteggiando uno scenario di allontanamento dalla casa e separazione dagli altri fratelli e dal padre». Il giudice riporta nell'ordinanza il frammento di una conversazione con i figli intercettata il 5 maggio. Buoninconti: «Loro vogliono sentire solo questo, che tra di voi non andate d'accordo. Così uno va da una parte, uno da un'altra parte ... Vi va bene vivere così, separati? E a me, perchè mamma è ... chissà dove, mi mettono ancora da un'altra parte. A casa nostra sai cosa ci fanno venire? Le zoccole, le straniere, a fottere! Perciò cercate di essere bravi tra di voi. Mi avete visto litigare con mamma?». Figlio 1: «Sì». Figlio 2: «E lo chiedi?» Buoninconti: «Ehh, loro questo vogliono sentire. Se glielo dite, state tranquilli che mi mettono da un'altra parte». L'uomo, nella ricostruzione operata dal giudice, quando ha accompagnato una delle figlie a Palazzo di Giustizia per l'interrogatorio «si è preoccupato di far sì che il suo racconto si uniformasse a quello degli altri figli maggiori».

Le indagini sul caso di Elena Ceste hanno avuto una accelerazione dopo il ritrovamento del cadavere della donna. Lo hanno riferito i carabinieri nella conferenza stampa ad Asti. «Dopo che il cadavere è stato ritrovato, del tutto casualmente - ha detto il colonnello Fabio Federici -, le indagini hanno avuto uno sviluppo più serrato e soprattutto si sono avute maggiori prove sulla colpevolezza del marito». «Non abbiamo accelerato i tempi - ha aggiunto - per non creare ulteriori traumi ai quattro bambini figli della coppia».

L'arresto di Michele Buoninconti «a Costigliole d'Asti non ha sorpreso nessuno»: così il sindaco di Costigliole, Giovanni Borriero, ha commentato la svolta sul caso di Elena Ceste. In paese da tempo la gente nutriva sospetti sul marito. Anche se nessuno vuole parlarne. «Lasciamo che la giustizia porti avanti il giusto corso» ha detto Borriero, che non ha voluto aggiungere altro.

Il caso di Elena Ceste fa parlare di sé da oltre un anno. La donna, 37 anni, di Costigliole d'Asti, madre di quattro figli, scomparve da casa il 23 gennaio del 2014. Si ipotizzò dapprima una fuga (le indagini si sono spinte fino a Tenerife), poi un suicidio. Poi cominciò a prendere corpo l'ipotesi che potesse essere stata uccisa. Il suo corpo venne trovato nove mesi dopo, il 18 ottobre scorso. Per caso: era poco distante dalla sua abitazione. I resti della donna, sommersi dal fango nel rio Mersa, erano a circa un chilometro dalla villetta di Costigliole. Furono trovati per caso, durante alcuni lavori di scavo. Una perizio e la successiva analisi del dna permise di accertare che si tratta proprio della donna scomparsa. A Costigliole in questi mesi si sono succedute preghiere, fiaccolate e cortei. Il marito, Michele Buoninconti, 45 anni, si è sempre dichiarato innocente. Ha detto di non voler parlare per proteggere i suoi figli. Fu lui - a suo tempo - a denunciare la scomparsa della moglie: «Lei quel giorno mi aveva pregato di passare a prendere i figli a scuola perchè non si sentiva bene. Non l'ho più vista». Elena Ceste sembrava fosse sparita nel nulla. Di bagaglio non ne aveva preso; l'auto era rimasta parcheggiata in cortile; e in casa c'erano il suo telefonino cellulare e la sua fede nuziale. Una fuga volontaria, un malore, una disgrazia, forse addirittura un suicidio. Queste le prime prime ipotesi. Fino, appunto, al 18 ottobre scorso, quando i suoi resti emersero da sotto terra per puro caso, durante lavori di ripristino di una roggia del rio Mersa. «Ora vorrei solo poterla seppellire» disse Buoninconti dopo che venne accertato che quel corpo era effettivamente quello della moglie. Ma si lasciò sfuggire anche che effettivamente lui, il giorno in cui la moglie scomparve, andò nel luogo in cui fu poi ritrovata. «Ma non vidi nulla». La procura di Asti non gli ha mai creduto. Dopo indagini meticolosissime, lo ha iscritto nel registro degli indagati il 24 ottobre scorso. Ieri è stata depositata in Procura la perizia con i risultati dell'autopsia sul corpo della donna. Oggi, 29 gennaio, il gip di Asti Giacomo Marson ha accolto la richiesta del pm Laura Deodato e ha arrestato Buoninconti per omicidio volontario premeditato e occultamento di cadavere.

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