Lo riporta oggi il Corriere della Sera che racconta le giornate dei due da quando sono rientrati in casa, sotto controllo sanitario, una sorta di quarantena a scopo precauzionale. Sono un chirurgo sessantenne e un'ostetrica trentenne, che hanno lavorato da giugno alla settimana scorsa con l'associazione "Cuamm medici con l'Africa" a Pujeun, in Sierra Leone, uno dei tre paesi più colpiti dall'epidemia.
Durante il lavoro, per una violazione dei protocolli sanitari non imputabile a loro, sarebbero rimasti esposti al rischio. Per questo ora dovranno rimanere chiusi in casa fino ai primi di novembre.
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