Lo spazio è stato allestito al piano terra, nei locali dove fino alla scorsa legislatura si trovavano i cosiddetti «bagni dei deputati»: una sorta di albergo diurno dove i parlamentari potevano fare una doccia o una sauna durante i lavori della Camera. Lo stop all'obbligo del cognome paterno «è un altro passo in avanti verso la parità dei sessi e la piena responsabilità genitoriale. Il figlio - sostiene la presidente della commissione Giustizia Donatella Ferranti (Pd) - ora potrà avere o il cognome paterno o quello materno o entrambi, secondo quando decidono insieme i due genitori. Ma se l'accordo non c'è, il figlio avrà il cognome di tutti e due i genitori in ordine alfabetico».
Peraltro, aggiunge, «l'obbligo del cognome paterno, simbolo di un retaggio patriarcale fuori del tempo e assurdamente discriminatorio, è stato severamente censurato dalla Corte europea dei diritti dell'uomo, e dunque il testo che ora andrà in aula è un atto dovuto, che ci pone finalmente in linea con gli altri paesi europei». Ecco, in pillole, cosa prevede il testo che ora passa all'attenzione dell'Aula
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