Genova, badante massacrata a colpi
d'ascia e bruciata in una villa:
arrestato l'ex muratore che assisteva

La casa del delitto
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Domenica 14 Settembre 2014, 13:24 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 15:56

​Il corpo parzialmente carbonizzato di una donna di 46 anni che sarebbe stata uccisa a colpi d'ascia stata trovata in una villetta di Davagna sulle alture di Genova dai carabinieri.

L'allarme è stato dato dai residenti che hanno visto il fumo uscire dalla villetta. Il proprietario della casa, un uomo con problemi psichici, Remo Carbone, che veniva assistito dalla vittima è stato portato in caserma per essere interrogato.

Nel pomeriggio gli investigatori hanno arrestato Remo Carbone. Gli inquirenti hanno escluso al momento gradi di parentela tra i due. I carabinieri hanno sentito il marito della donna che ha confermato che ieri sera la moglie, dopo aver mangiato una pizza insieme a lui, è andata a casa di Carbone per portargli delle medicine. La donna non è più rientrata e stamani il marito ha chiamato i vicini di casa che si sono recati nella villetta dell'ex muratore da dove hanno visto uscire del fumo. Il marito ha avuto un malore ed è stato soccorso dai medici delle ambulanze.

La dinamica. Sono stati tre colpi d'ascia assestati al volto, alla testa e alla nuca a uccidere Barbara Carbone, la donna massacrata a Davagna. Lo si apprende da fonti investigative. La donna è stata massacrata sulla soglia di casa, e il suo corpo trascinato poi fino alle stanze superiori della villetta. Qui l'assassino l'ha messa su un materasso, poi ha appiccato fuoco anche ai mobili della stanza. Secondo gli inquirenti, probabilmente l'omicida voleva simulare la morte accidentale nell'incendio. L'ascia, che è stata sequestrata, è stata rinvenuta vicino alla soglia di casa.

Il fermato nega tutto. Remo Carbone, l'ex muratore sottoposto a fermo di pg per l'omicidio di Barbara Carbone, ancora sotto interrogatorio, nega di esserne l'autore. L'uomo, assistito da un legale del foro di Genova, è sotto interrogatorio da stamani, da quando cioè è stato trovato al bar di Bargagli, un paese poco distante dal luogo dove è stata massacrata la donna. Secondo le prime informazioni, Carbone durante l'interrogatorio ha reso dichiarazioni contrastanti e confuse. Non ha mai ammesso l'omicidio ma ha sostenuto di aver visto del sangue in casa e di aver pulito e poi di essere andato al bar a bere. L'uomo, che da tempo è seguito dai servizi di igiene mentale, ha anche affermato di non sapere cosa sia successo e di non ricordare la notte scorsa. L'interrogatorio si è concluso poco dopo le 19. Carbone è stato trasferito nel carcere di Marassi perchè indiziato di omicidio volontario aggravato.

La scena del delitto La vittima si chiamava Barbara Carnone, ma gli investigatori al momento escludono rapporti di parentela con l'uomo che assistiva. Il medico legale Marco Salvi si è recato nella villetta per ispezionare il cadavere. Secondo quanto appreso, la scena dell'omicidio è molto cruenta ed è stato trovato molto sangue ovunque ma non l'arma del delitto. Un materasso presenta tracce di bruciature. I carabinieri hanno informato il sostituto procuratore di turno.

La vicina «Era una benefattrice. Si occupava sempre delle persone in difficoltà, portando da mangiare e le medicine a chi non si poteva muovere. È una cosa terribile quella che le è successa», ha detto uno dei vicini di casa della donna uccisa. Sul posto si sono recati gli specialisti del Sis dei carabinieri per i rilievi e il magistrato Marcello Maresca che ancora non ha concesso il nulla osta per la rimozione della salma. Prosegue intanto il sopralluogo del medico legale.