Proprio a Casal di Principe, cittadini e istituzioni hanno voluto ricordare il sacerdote e il suo impegno. Presenti in testa al corteo i fratelli di don Peppe Diana, Emilio e Marisa, il presidente della Commissione bicamerale Antimafia, Rosy Bindi, il prefetto di Caserta Carmela Pagano, don Luigi Ciotti e il coordinamento dei familiari delle vittime innocenti della criminalità.
In testa al corteo di Casal di Principe, a cui hanno partecipato migliaia di ragazzi delle scuole, uno striscione con la scritta: «Venti di cambiamento». «Il sacrificio di don Giuseppe - ha detto ai giornalisti Marisa Diana - non è stato inutile, è servito a innescare il cambiamento ed oggi è un simbolo della lotta alla criminalità organizzata».
Il lungo corteo composto in gran parte da studenti medi e delle scuole elementari e dai ragazzi delle parrocchie della diocesi di Aversa ha percorso le strade di Casal di Principe fino al piazzale del cimitero. Davanti alla casa di don Giuseppe Diana il corteo si è fermato ed ha applaudito a lungo. I ragazzi hanno scandito lo slogan: «Don Peppe, uno di noi». Affacciata al balcone l'anziana madre del sacerdote, Iolanda, ottantenne, che è stata salutata dall'onorevole Bindi e da don Luigi Ciotti, animatore di Libera.
Oltre duemila persone tra studenti, cittadini, personalità politiche e militari, hanno sfilato oggi anche per le strade di Pomigliano d'Arco, per un'altra marcia in ricordo di don Peppe Diana, organizzata da Salvatore Cantone, presidente della locale associazione antiracket "Domenico Noviellò. Alla manifestazione, che ha concluso una tre giorni di iniziative nel 20ennio dell'omicidio di don Diana, hanno partecipato, tra gli altri, il vicepresidente alla Camera, Luigi Di Maio. «In giornate come quella in ricordo di Don Peppino Diana - ha detto Di Maio - deve nascere un nuovo modo di essere cittadino, che si interessa ai problemi della comunità che lo circonda, anche se non lo riguardano direttamente. La partecipazione deve diventare un dovere civico, oltre che un diritto. Solo così potrà nascere la cultura della legalità».