Morto in gita, i risultati delle analisi: «Aveva bevuto molto prima di precipitare dal balcone»

Morto in gita, i risultati delle analisi: «Aveva bevuto molto prima di precipitare dal balcone»
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Sabato 12 Settembre 2015, 17:02 - Ultimo aggiornamento: 16 Settembre, 15:41

Adesso le analisi parlano chiaro. Domenico Murantonio aveva bevuto molto la notte dal 9 al 10 maggio, prima di volare dal quinto piano dell’Hotel Da Vinci di Milano.

Forse avevano bevuto molto anche i suoi compagni di camera, maturandi del liceo Nievo in gita all’Expo. Nello stomaco del diciannovenne padovano sono stati trovati 3,27 grammi di alcol ancor da smaltire. Quindi, aveva appena bevuto prima di volare nel vuoto. Un grammo era nel sangue e anche nelle urine c’erano tracce di alcol smaltito. Il paragone va fatto con i limiti di alcol per la guida, che sono di 0,5. Insomma, quella notte si era bevuto molto.

In gita scolastica non si beve da soli.

E nel corridoio del quinto piano, dove sono state trovate le tracce di Domenico, non c’erano bottiglie di alcol. La bottiglia era in camera.

Secondo l’avvocato Eraldo Stefani, legale della famiglia Maurantonio, Domenico ha bevuto in camera con i compagni di classe.

I compagni di classe di Domenico Maurantonio sono stati interrogati insistentemente più volte. Dicono di non sapere nulla. Gli amici che erano in stanza con lui sostengono che quando si sono svegliati alle 7,30 non l’hanno trovato a letto. L’attenzione degli inquirenti è stata sempre concentrata su quanto potrebbe essere accaduto tra le 5,20 e le 7,30 di domenica 10 maggio. Fino alle 5,20 Domenico era vivo. Da allora nessuno avrebbe più visto il diciannovenne.

Un compagno di stanza ha raccontato che «Domenico prima di mettersi a letto è andato a lavarsi i capelli. La porta del bagno aveva la serratura, ma senza chiave. Non si poteva chiudere né da dentro, né da fuori». Erano in tre nel letto matrimoniale, Domenico era in mezzo. «L'ultima cosa che ricordo è che mentre mi addormentavo avevo Domenico alla mia sinistra. Indossava una maglietta e dei pantaloncini scuri. Alle 6,30 avevo la luce sulla faccia, mi sono svegliato, ho notato l'assenza di Domenico, ho pensato fosse in bagno, mi sono riaddormentato». Alle 7,30 si sono alzati, sono scesi a fare colazione e hanno avvertito i professori che Domenico non c’era. I compagni di classe avevano anche chiamato in causa uno sconosciuto.

«Al quinto piano si aggirava un uomo - hanno raccontato - Le ragazze che hanno dormito nella camera 531, vicina alla finestra dalla quale Domenico è caduto, quando erano salite la prima volta in camera, verso le 23.30, avevano avuto difficoltà ad aprire la porta. Quell'uomo è arrivato alle loro spalle, ha preso la tessera e le ha aiutate. Lo hanno rivisto quando sono scese verso le 2.30. Era ancora vicino alla finestra. Era sui 50 anni, senza capelli, con la barba. Non ha mai detto una parola».

Adesso emergono i risultati delle analisi della superconsulenza medico-legale degli esperti di fama nazionale, ai quali va aggiunto il professor Massimo Montisci, dell’Istituto di medicina legale dell’Università di Padova, incaricato dall’avvocato Stefani.