Diaz, il poliziotto si difende dopo post su Facebook: mie parole travisate, nessun reato

Diaz, il poliziotto si difende dopo post su Facebook: mie parole travisate, nessun reato
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Martedì 14 Aprile 2015, 21:11 - Ultimo aggiornamento: 21:15
«Le mie parole sono state travisate, il VII nucleo a Genova nell'irruzione alla scuola Diaz ha rispettato tutte le norme, le leggi e le prassi». Lo afferma Fabio Tortosa, il poliziotto del VII nucleo autore di un post oltraggioso su Facebook che ha suscitato polemiche. «Quella dell'irruzione alla scuola Diaz -dice Tortosa in una dichiarazione fornita all'Adnkronos dalla Consap, sindacato di polizia di cui il poliziotto fa parte - rimarrà una pagina nera per questo Paese ma chi c'era sa che è venuta fuori solo una parte della verità. Crediamo che questa voglia di verità debba albergare anche nelle alte sfere, non solo in me, nei miei colleghi che erano con me e nelle vittime, alle quali - conclude - va tutta la mia solidarietà».



«Non confermo niente perché non so neanche qual è la critica: sono stato chiamato a un'operazione di ordine pubblico alla quale sono intervenuto»: «per quella che è stata la nostra realtà operativa, non è successo nulla di quanto sta emergendo erroneamente in questo periodo», si è difeso ancora Tortosa, intervistato da Radio Capital.



«Io non sono stato minimamente coinvolto da alcuna attività giudiziaria, non ho commesso reati», aggiunge. «Ma lì c'è stato un massacro, questo lo possiamo dire», lo incalza l'intervistatore. «Sì - risponde Tortosa - non operato né da me né dalle persone che erano al mio contatto visivo». Alla domanda se dire «io ci rientrerei» possa sembrare avallare quel che è successo lì dentro, Tortosa risponde: «No, assolutamente no, per quella che è stata la nostra realtà operativa, non è successo nulla di quanto sta emergendo erroneamente in questo periodo».



E ancora: «Se persone sono state picchiate, al di fuori delle norme di legge, io non ne ho contezza: lì - racconta - abbiamo fatto sì che tutte le persone venissero ammucchiate nella palestra, dopo di che siamo immediatamente usciti e siamo stati radunati sul piazzale. Quello che poi ci è stato imputato, è una realtà processuale che non corrisponde alla realtà». «I miei superiori - conclude il poliziotto - hanno ampiamente relazionato presso il tribunale di Genova».