Dell'Utri, martedì il giudizio finale della Corte di Cassazione

Marcello Dell'Utri nel Palazzo di Giustizia di Milano (LaPresse)
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Domenica 13 Aprile 2014, 19:05
Il giorno pi importante per Marcello Dell'Utri sar marted. L'udienza si celebrer lontano da Beirut, a Roma, nel Palazzaccio di piazza Cavour. Qui la Corte di Cassazione dovrà valutare la posizione dell'ex senatore di Forza Italia condannato a sette anni in appello per concorso esterno in associazione mafiosa.



La richiesta di estradizione, il cui iter è già stato avviato dal governo italiano, diventerà esecutiva se dalla Suprema Corte arriverà la conferma della sentenza di secondo grado. In quel caso bisognerà solo aspettare la trafila diplomatico-burocratica che accompagna queste procedure. Ma la Cassazione potrebbe anche annullare con rinvio, disponendo un nuovo processo d'appello, il terzo. I fatti per cui Dell'Utri è giudicato risalgono al periodo 1977-1992, dal momento che per le condotte successive al 1992 Dell'Utri è già stato assolto in via definitiva e sono stati esclusi suoi contatti con la mafia dopo quell'anno.



Condannato a 9 anni di carcere in tribunale e a 7 in appello, quest'ultima sentenza viene annullata con rinvio dalla Cassazione nel marzo 2012 per difetto di motivazione. Poco più di un anno dopo l'appello bis: ancora 7 anni la condanna, Dell'Utri è indicato come il «mediatore contrattuale» del patto di protezione tra Berlusconi e Cosa Nostra. Ora la parola torna alla Cassazione, prima sezione penale. Il collegio giudicante sarà presieduto da Maria Cristina Siotto, il magistrato che di recente ha prosciolto Niccolò Pollari e Marco Mancini per il caso Abu Omar. Maurizio Barbarisi, Margherita Cassano, Antonella Patrizia Mazzei e Giuseppe Locatelli, gli altri giudici. Il sostituto procuratore generale Aurelio Galasso rappresenterà la pubblica accusa.



Mentre si deciderà la sua sorte processuale, Dell'Utri sarà in Libano, a Beirut dove ieri è stato arrestato. Su di lui i magistrati di Palermo, che avevano monitorato i suoi movimenti e temevano si rendesse latitante, hanno emesso l'8 aprile scorso un'ordinanza di custodia cautelare, a cui si sono accompagnate a stretto giro le ricerche in ambito internazionale tramite Interpol. Ma per l'avvocato dell'ex senatore, Giuseppe Di Peri, pensare che quella di Dell'Utri sia stata una fuga «è un'offesa all'intelligenza ed è contrario alla logica più elementare», dal momento che Dell'Utri è entrato in Libano usando «il proprio passaporto, la propria carta di credito e il proprio cellulare e dove si è registrato in albergo con il proprio nome».
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