De Santis, il primo medico che lo curò: «Irrilevanti le coltellate ricevute»

De Santis, il primo medico che lo curò: «Irrilevanti le coltellate ricevute»
di Valentina Errante
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Giovedì 18 Settembre 2014, 08:57 - Ultimo aggiornamento: 19 Settembre, 10:50

Le coltellate subite da Daniele De Santis erano irrilevanti. Tanto da non essere refertate. Questa la diagnosi del medico del Gemelli, che ha prestato le prima cure all’ultrà giallorosso indagato per la morte di Ciro. Sono le ferite che, secondo la perizia del Ris dei carabinieri, sono state inferte dagli ultrà napoletani il 3 maggio scorso prima degli spari. Ferite delle quali la procura era ignara. Come anticipato dal Messaggero, i pm Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio adesso disporranno una perizia per stabilire la natura di quei tagli di cui avevano parlato i legali della difesa, che hanno anche presentato una consulenza di parte. A quelle ferite farebbe riferimento anche la cartella clinica dell’ospedale Belcolle di Viterbo, dove l’ultrà si trova ancora ricoverato.

I MEDICI LEGALI

Documenti che la procura ha acquisito ma che non sono ancora stati consegnati ai pm. La valutazione dei medici legali nominati da Eugenio Albamonte e Antonino Di Maio sarà determinante per configurare l’accusa nei confronti di Alfonso Esposito e Gennaro Fioretti, iscritti sul registro degli indagati per rissa all’indomani dei fatti, insieme a Ciro Esposito, gravemente ferito e deceduto oltre quasi due mesi dopo i fatti. Dall’altra parte i legali della famiglia Esposito parlano di un agguato, del quale il tifoso napoletano sarebbe stato vittima.

LE COLTELLATE

Parla al Gr1 Giandomenico Logroscino, il medico del pronto soccorso del Gemelli che ha refertato Daniele De Santis: «Quello che posso dire è che se ci fossero state lesioni da taglio importanti sarebbe stato operato per quelle lesioni da taglio, ma non è stato operato per quello».

De Santis in realtà è ancora ricoverato per le gravissime ferite a una gamba, che rischia di perdere. Una circostanza che avvalora la tesi dell’accusa. «Se i tifosi napoletani avessero voluto ucciderlo - spiegano gli investigatori - lo avrebbero colpito con la stessa violenza in punti vitali».

E il medico del pronto soccorso, che nel suo referto non ha menzionato le ferite di arma da taglio, conferma. I pm disporranno comunque una perizia per sgombrare il campo dai dubbi.

L’IPOTESI DI TENTATO OMICIDIO

Il medico legale nominato dalla procura dovrà stabilire la gravità delle ferite e valutare se l’ultrà sia mai stato in pericolo di vita. Un accertamento finalizzato a stabilire se l’aggressione a De Santis possa configurare un’ipotesi di tentato omicidio.

Ma le parole del medico del pronto soccorso vengono confermate anche da una perizia di parte depositata dal legale della difesa, Tommaso Politi, che fa riferimento «a quattro ferite lineari di circa un centimetro ciascuna a plausibile lesione taglio in sede paramediana glutea».

L’esistenza delle ferite era emersa anche dalla perizia del Ris dei carabinieri, nominato dal gip Giacomo Ebner, che aveva individuato il sangue di De Santis su un coltello a serramanico.

LA FAMIGLIA ESPOSITO

«In questi giorni si sta continuando a mistificare la realtà e a proporre nuove e strumentali versioni sul reale svolgimento dei fatti di quel maledetto pomeriggio all'esterno dello stadio Olimpico». Così Angelo Pisani, legale della famiglia di Ciro Esposito, il tifoso napoletano morto dopo oltre 50 giorni di agonia nell’ospedale Gemelli di Roma a causa delle ferite riportate negli scontri che hanno preceduto la finale di Coppa Italia il 3 maggio, commenta gli ultimi sviluppi dell’inchiesta.

«È avvilente assistere a questo gioco al massacro che si sta compiendo contro un ragazzo a cui è stata barbaramente tolta la vita e contro una famiglia che da mesi sta dimostrando, attraverso fatti e parole, la propria integrità morale e un senso di umanità invidiabile».

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