Crolli a Pompei, Caldoro: «Noi abbiamo messo i fondi, altri devono attuare gli interventi»

Il presidente Caldoro
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Martedì 4 Marzo 2014, 15:56 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 14:25
​Noi abbiamo programmato, ma non gestiamo, ci abbiamo messo la faccia come Regione e oggi rischiamo di non fare una bella figura.

Stefano Caldoro, presidente della Regione Campania, parla così del grande progetto Pompei al quale sono destinati 105 milioni di risorse, facendo sapere di aver sentito il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, dopo i crolli degli ultimi giorni nell'area degli Scavi archeologici causati dal cattivo tempo. «Se abbiamo fatto una cosa positiva dobbiamo rivendicarla - afferma -, quella di Pompei è una situazione complicata».



La maggiore «preoccupazione», come Caldoro stesso spiega, è che «la Regione nel 2011 con la Commissione europea ha trovato i 105 milioni di euro: che sono ancora pochi per un grande progetto europeo», ma sono una cifra, «mai data prima in Europa a Pompei» e sono «programmazioni regionali, quindi soldi nostri». I fondi sono stati «programmati e affidati ai soggetti attuatori perchè noi non gestiamo e abbiamo detto, a chi deve, di far le cose».



«In questo caso il Governo o meglio la Sovrintendenza, e il Ministero per nome e per conto del Governo - sottolinea -, però purtroppo l'Italia è fatta così, nel 2011 abbiamo destinato le risorse e se oggi il livello di spesa è bassissimo non è colpa di qualcuno, non voglio gettare la croce addosso a qualcuno nè al Governo appena insediato, ma è un problema oggettivo». Per scongiurare il rischio di perdere i fondi europei, Caldoro ricorda di aver indicato una soluzione: «Individuare dei soggetti attuatori a livello nazionale perchè dobbiamo sapere chi è responsabile e il tempo di inizio e fine, anche sulla certificazione europea, altrimenti perdiamo i fondi ed è una cosa gravissima. Su questo ho indicato una soluzione e basta una norma nazionale». Caldoro dice che, nella conversazione che ha avuto con Franceschini, ha ribadito che «si sta facendo di tutto per lavorare, noi facciamo la nostra parte per accelerare il sistema di governance». Soprattutto Giovanni Nistri, direttore generale del sito archeologico, «figura straordinaria, persona di grandissime qualità e competenza che sa come intervenire», deve essere messo «in condizioni di poter lavorare». «Deve avere gli strumenti per farlo e la possibilità di poterlo fare - aggiunge -. Credo che vada aiutato e sostenuto».
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