Creare falsi ricordi si può, lo dice la scienza:
finta memoria come nel film "Total recall"

Uno still del film total recall
di Alessandro Di Liegro
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Sabato 17 Gennaio 2015, 12:04 - Ultimo aggiornamento: 23:53
Si può convincere qualcuno di aver commesso un reato mai avvenuto? La scienza ora dice di sì. Una ricerca pubblicata sulla rivista Psychological Science e condotta dalla dottoressa Julia Shaw, dell'Università del Bedfordshire, insieme al dottor Stephen Porter dell'Università canadese della British Columbia, afferma come degli adulti possono essere convinti, di aver perpetrato crimini come una rapina a mano armata durante la loro adolescenza. La ricerca indica che i partecipanti tendono a internalizzare le storie che gli vengono raccontate, arricchendole di descrizioni dettagliate di eventi che non sono mai realmente accaduti.



I ricercatori hanno selezionato 60 studenti universitario mai coinvolti in nessun crimine, come obiettivo di uno studio sulle false memorie, e portati in laboratorio per tre interviste da 40 minuti che si sono tenute a una settimana di distanza l'una dall'altra. Nel frattempo i ricercatori hanno chiesto alle persone più vicine affettivamente alle “cavie” dettagli, quanto più precisi possibili, sulla loro vita da adolescenti.



Nella prima intervista il ricercatore ha ricordato allo studente un paio di eventi compiuti durante l'adolescenza, solo uno dei quali realmente accaduto. Se ad alcuni il falso evento era un avvenimento legato a un crimine che lo ha anche portato a guai con la giustizia, per altri si trattava di uno di natura emotiva, come una ferita, una perdita economica molto forte, un incidente in auto o moto. Da una caratteristica, però, il falso evento non poteva esimersi: avere a che fare con una parte della reale vita dello studente.



Ai partecipanti veniva quindi chiesto cosa fosse accaduto in ciascuno dei due eventi. Appena incontravano delle difficoltà a spiegare il falso evento, l'intervistatore lo incoraggiava a provarci di nuovo, cercando di utilizzare strategie mnemoniche che lo potevano portare a ricordare maggiori dettagli. Nella seconda e nella terza intervista, i ricercatori hanno chiesto agli studenti di parlare ancor più dettagliatamente dei due eventi, quello vero e quello falso.



I risultati sono stati sorprendenti: dei 30 partecipanti a cui era stato detto di aver commesso un crimine da adolescenti, il 71% aveva sviluppato una falsa memoria del crimine; dei 20 a cui, invece, era stato detto di aver partecipato a una rapina, 11 avevano elaborato dei falsi dettagli del loro arresto. Il 76.67% di studenti aveva formulato un falso ricordo degli eventi emotivi che gli erano stati detti e che non erano mai avvenuti.



Un primo risultato ottenuto dai ricercatori è relativo alla percezione dell'evento: un falso evento criminale sembra altrettanto plausibile rispetto a uno emozionale. Gli studenti hanno teso a dare lo stesso numero di dettagli e hanno dimostrato un medesimo livello di confidenza, chiarezza del ricordo e dettagli sensoriali per entrambi gli eventi.



«In certe circostanze, i processi mnemonici posso facilmente generare falsi ricordi con incredibile realismo – dice la dottoressa Shaw – in queste sessioni sperimentali abbiamo avuto alcuni studenti che ricordavano in maniera incredibilmente vivida alcun dettagli di crimini che non hanno mai commesso». Ci sono, comunque, differenze fra i ricordi di falsi eventi e quelli di eventi reali, i quali sono stati rimembrati in maniera più definita e con più chiarezza.



«Questa ricerca spiega come la maggior parte di noi possa tranquillamente generare falsi ricordi con ricchezza e dovizia di particolari, sia che essi siano eventi emotivi o criminali», conclude Shaw.