Corigliano Calabro, tre corpi carbonizzati in un'auto: sterminata famiglia di un sorvegliato speciale

Corigliano Calabro, tre corpi carbonizzati in un'auto: sterminata famiglia di un sorvegliato speciale
5 Minuti di Lettura
Domenica 19 Gennaio 2014, 10:36 - Ultimo aggiornamento: 20 Gennaio, 14:47

I corpi carbonizzati di tre persone sono stati trovati stamani all'interno di un'auto in contrada Fiego di Cassano allo Jonio (Cosenza).

La vettura bruciata si trovava in una zona impervia e difficile da raggiungere. Sul posto i carabinieri.

Uno dei corpi carbonizzati è di un bambino: una circostanza che potrebbe far ritenere che i cadaveri possano essere quelli di tre persone scomparse da qualche giorno nel cosentino. I tre sarebbero stati uccisi e i loro corpi dati successivamente alle fiamme. Dei tre corpi, a causa delle fiamme, sono rimasti solo gli scheletri.

Nelle scorse ore il figlio del sorvegliato speciale Giuseppe Iannicelli, di 56 anni, aveva dato l'allarme per il mancato rientro del padre a casa. Iannicelli aveva l'obbligo di rimanere in casa dalle 20 di sera alle 8 di mattina. Insieme a lui erano scomparse una donna marocchina e un bambino di tre anni, suo nipote. La figlia di Iannicelli, madre del bambino scomparso assieme alla coppia, è attualmente in carcere a Castrovillari. L'auto carbonizzata corrisponde allo stesso modello Fiat Punto di proprietà di Iannicelli.

Uno dei tre cadaveri trovati stamane in una zona impervia di contrada Fiego di Cassano allo Jonio era nel cofano dell'auto distrutta dalle fiamme. Il particolare potrebbe suffragare la tesi secondo cui i tre potrebbero essere stati uccisi in un luogo diverso da quello in cui è avvenuto il ritrovamento dei cadaveri. Al momento, fanno sapere gli inquirenti, le condizioni dei corpi, ridotti a scheletri, non consentono, però, di avere riscontri precisi. L'auto distrutta dalle fiamme era posizionata dietro un rudere lungo una strada sterrata e non poteva essere facilmente individuata. Sul posto sono al lavoro gli esperti dei Ris dei carabinieri, che stanno effettuando i rilievi.

Il bambino di tre anni, trovato tra i corpi carbonizzati a Cassano Ionio, era il nipote di Giuseppe Iannicelli, il sorvegliato speciale che si ipotizza sia uno degli altri uccisi.

Il 52enne aveva in custodia il bambino poichè sua figlia è attualmente in carcere a Castrovillari. L'altro corpo sarebbe di una donna di origini marocchine. Secondo una prima ricostruzione, i tre sarebbero stati prima uccisi e poi i loro corpi dati alle fiamme. I cadaveri sono stati incendiati in una Fiat Punto, la stessa in uso a Giuseppe Iannicelli. A causa delle alte temperature sprigionate dal fuoco, dei loro corpi restano solo gli scheletri. Saranno le successive analisi scientifiche a stabilire se si tratti effettivamente dei tre scomparsi da giovedì.

Si chiama Ibtissa Touss ed ha 27 anni la donna marocchina scomparsa assieme a Salvatore Iannicelli e al nipote dell'uomo di tre anni, le tre persone cui si ipotizza possano appartenere i cadaveri scoperti stamattina a Cassano allo Jonio. Iannicelli e la donna nordafricana avevano, da tempo, intrecciato una relazione. Il bambino viveva con il nonno a cui era stato affidato dopo che sia il padre che la madre, figlia di Iannicelli, erano finiti in carcere per reati legati allo spaccio di droga. Anche Salvatore Iannicelli aveva precedenti per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti ed era stato in carcere per alcuni anni.

Potrebbe essere legato ad una vendetta nell'ambito della criminalità che gestisce lo spaccio della droga l'omicidio, a Cassano allo Jonio, di Salvatore Iannicelli, il sorvegliato speciale trovato carbonizzato all'interno di un'auto assieme alla compagna e al nipotino di tre anni. Iannicelli, noto alle forze dell'ordine per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti, in passato aveva anche scontato una condanna ad otto anni di reclusione per reati di droga. Dopo essere stato rimesso in libertà era stato sottoposto alla misura che prevedeva l'obbligo di non allontanarsi dalla propria abitazione dalle 20 alle 8 del mattino. Lo spaccio della droga appare, inoltre, l'elemento che lega le sorti di molti dei componenti della famiglia Iannicelli. Anche la moglie del sorvegliato speciale, infatti, è in carcere per droga, così come la figlia della coppia. I genitori del bambino di tre anni che è stato ucciso si trovano attualmente reclusi per gli stessi reati, mentre un'altra delle figlie del cinquantaduenne è da qualche tempo agli arresti domiciliari.

«Come si fa ad uccidere un bambino di tre anni in questo modo?. Si è superato ogni limite. È qualcosa di inaudito, di orrendo». Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Castrovillari, Franco Giacomantonio che coordina le indagini in relazione al triplice omicidio di Cassano allo Jonio. «In tanti anni di lavoro - ha aggiunto Giacomantonio - credo che questo sia uno degli omicidi più efferati di cui è toccato occuparmi».

«Il bambino ucciso e bruciato a Cassano allo Jonio era rimasto in carcere, a Castrovillari, per oltre un mese insieme alla madre reclusa. Il piccolo, aveva allora due anni». A ricordarlo è il leader del movimento Diritti civili, Franco Corbelli che un anno fa, poco prima di Natale, aveva avviato una battaglia per fare scarcerare la madre della piccola vittima. «Il bambino - sottolinea oggi Corbelli - aveva vissuto anche un'altra grande ingiustizia e disumanità. Era rimasto per 8 ore al freddo chiuso nella gabbia dell'aula bunker del tribunale di Castrovillari insieme alla mamma, presente ad una udienza del processo che la vedeva imputata. Dopo questo gravissimo fatto il movimento Diritti civili aveva denunciato il caso rivolgendo un appello ai giudici del tribunale di Castrovillari. Appello subito accolto e il giorno dopo, il 22 dicembre 2012, il piccolo e la giovane mamma avevano lasciato il carcere di Castrovillari per far ritorno a casa e trascorrere il Natale insieme agli altri fratellini. Poi il nuovo arresto della madre e, oggi, il drammatico epilogo». «Ho fatto di tutto, ho lottato per oltre un anno - aggiunge ancora Corbelli - per aiutare e salvare questo bambino e la sua giovane mamma. Tutto quello che ho fatto, purtroppo, non è servito a niente. Hanno prevalso la ferocia, la barbarie, la crudeltà. E non si sono fermate nemmeno di fronte ad un bambino, un piccolo angelo, che il Signore oggi ha accolto in Paradiso».

© RIPRODUZIONE RISERVATA