I resti sulla Concordia sarebbero di una donna: forse è Maria Grazia Trecarichi

Maria Grazia Trecarichi
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Giovedì 10 Ottobre 2013, 16:06 - Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 17:08
GROSSETO - Potrebbero essere di una donna, e non dell'indiano Russel Rebello, come ipotizzato dopo il ritrovamento, i resti trovati nella Costa Concordia due giorni fa.



Lo si apprende da fonti inquirenti. Il cadavere aveva parti di reggiseno e calzature femminili scambiate per scarpe da jogging a causa della lunga permanenza in acqua. Sul cadavere ritrovato due giorni fa, al ponte 3 del relitto, ci sarebbero stati indumenti femminili che fanno presumere agli inquirenti che si tratti di una donna, e non di un uomo. Di conseguenza, l'ipotesi nuova è che il cadavere appartenga alla passeggera italiana Maria Grazia Trecarichi. Intanto proseguono gli accertamenti del perito del tribunale, un medico della polizia di Stato, per dare un'identità al cadavere tramite l'esame del Dna.



IL MARITO: «FOTO DI SCARPE E COLLANA PER RICONOSCERLA» «È una sorpresa ma non voglio ancora pensare che sia lei. In passato abbiamo avuto speranza quando si è parlato di ossa, ora questa novità. Ma aspetto di avere la certezza». Lo dice all'ANSA Elio Vincenzi, marito di Maria Grazia Trecarichi, dispersa nel naufragio della Costa Concordia, avendo appreso che forse i resti trovati due giorni fa nel relitto potrebbero essere di donna, forse sua moglie.



Vincenzi aggiunge che «proprio ieri mi sono sentito al telefono con Kevin Rebello (fratello dell'altro disperso, ndr) e abbiamo parlato a lungo. Tremo al pensiero di cosa possa pensare in questo momento e sono davvero in imbarazzo a doverci parlare di nuovo».



L'uomo racconta di essere stato «contattato per sapere delle scarpe e di una collana ritrovati su quello che resta del corpo. Da quello che mi ricordo è che lei aveva delle scarpe del marchio Nero Giardini ma non saprei riconoscere il modello. Forse sarà più precisa mia figlia, che quella sera si trovava sulla nave insieme alla madre». Riguardo alla collana Vincenzi prosegue ricordando che «quella sera mia moglie stava festeggiando il suo compleanno e mi ricordo che una sua amica le aveva donato un oggetto del genere. Quella sarei in grado di riconoscerla». «Sono contento - conclude - per le persone che stanno facendo un grande lavoro di ricerca».
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