Concordia, scoppia il caso rimozione. Gabrielli: «Il porto di Palermo non la vuole», ma l'autorità portuale smentisce

Concordia, scoppia il caso rimozione. Gabrielli: «Il porto di Palermo non la vuole», ma l'autorità portuale smentisce
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Giovedì 17 Aprile 2014, 20:38 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 08:29
Allo stato per lo smantellamento della Concordia rimangono due ipotesi, quella italiana e quella turca, chiaro che noi auspichiamo che sia un porto italiano, ma non scandalizziamoci se il gigante venisse portato in Turchia, che ha presentato l'offerta economicamente pi conveniente : 40 milioni di dollari (compreso lo spostamento), rispetto ai 200 di Civitavecchia, mentre i costi di Genova e Piombino sarebbero a metà strada fra le due opzioni.



Il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ha fatto il quadro della situazione sulle sorti del gigante della Costa, riferendo prospettive che frustrano le aspettative di chi spera che lo smaltimento del mega «rifiuto» Concordia possa portare una boccata d'ossigeno alla filiera. Aspettative riassunte dal ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti: «La Concordia deve essere smantellata in Italia. Dalla tragedia, avvenuta nei nostri mari con danni ambientali e vittime, devono esserci opportunità economiche per il nostro Paese».



Occorrerà capire come la pensano Costa e gli assicuratori che hanno già sborsato, ha riferito Gabrielli alla Commissione Ambiente della Camera, 1,1 miliardi di dollari, contro i 300 milioni stimati all'inizio. Dai numeri messi sul tavolo dal Capo della Protezione Civile e commissario per l'emergenza Concordia, la risposta appare scontata. «Ognuno ha candidato il suo porto, ha immaginato che potesse essere la soluzioni dei problemi delle portualità», ma in Italia «da 25 anni le nostre navi militari le portiamo in Turchia», ha premesso alla Commissione Ambiente, ecco perchè agli altri hanno potuto avanzare richieste economiche più convenienti. La selezione preliminare dal porto di destinazione è stata affidata alla stessa società londinese che ha scandagliato i consorzi per il raddrizzamento: dei circa 30 sondati, 13 hanno risposto con delle proposte e «quattro sono porti italiani: Piombino, Civitavecchia, Genova e Palermo. Ci sono poi la Turchia, la Gran Bretagna, la Norvegia».



«Il porto di Palermo si è reso non più disponibile», ha aggiunto Gabrielli, mentre Civitavecchia «ha presentato un'offerta fuori mercato, ha proposto una cifra esorbitante: la soluzione turca implica un'esborso per l'azienda di 40 milioni di dollari, compreso l'utilizzo del Vanguard (la piattaforma per il trasporto dello scafo) quella di Civitavecchia 200 milioni». Nel mezzo ci sono le soluzioni di Piombino e Genova, ma «il problema - ha ribadito Gabrielli - di Piombino è che non ha il bacino».



Un dato di fatto che escluderebbe anche il porto toscano, che sarebbe stata la scelta naturale per la breve distanza. Il tratto può essere percorso in un giorno, alla velocità consentita dal traino della nave, rispetto ai 5 giorni di Genova. Ma, ha chiarito Gabrielli, «questa partita riguarda principalmente il privato e gli assicuratori», convocati per dopo Pasqua, per arrivare a «una soluzione condivisa» entro i primi di maggio: «In caso contrario scatenerebbero i loro avvocati in un contenzioso che a nessuno serve».



Del resto, una gestione pubblica dello smaltimento del relitto della Concordia non sarebbe sostenibile: «In febbraio, quando ero fortemente preoccupato che la parte privata potesse reggere, scrissi all'allora presidente del Consiglio chiedendo, nel caso dovessi esercitare il potere sostitutivo, di mettermi a disposizioni almeno 300 milioni. Il pernacchione si è sentito fino a Londra». Sui tempi, Gabrielli ha posto una condizione: «Non innamoriamoci della date, ma l'importante è che sia prima si settembre», in caso contrario «ci sarebbero problemi seri» causati dall'inverno e dalla sollecitazioni delle strutture.




La smentita dell'Autorità portuale di Palermo L'Autorità portuale di Palermo ha smentito categoricamente la dichiarazione del capo della Protezione civile, secondo cui «il porto di Palermo si è reso non più disponibile» ad accogliere la Costa Concordia
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La conferma della Protezione civile Subito dopo però è arrivata la conferma da parte della Protezione civile delle parole di Gabrielli: «Non si può che confermare integralmente quanto riferito dal Prefetto Gabrielli nel corso dell'audizione alla Commissione VIII della Camera nella mattinata odierna: come può dichiarare l'Autorità portuale con una tale sicumera che un funzionario dello Stato - Commissario delegato del governo per la gestione dell'emergenza Concordia - vada di fronte al Parlamento mentendo?». È quanto si legge in una nota della Protezione civile. «Infatti, la società candidata che aveva indicato come luogo di smantellamento della Concordia l'area del proprio cantiere interno al porto di Palermo, dopo la prima selezione - prosegue la nota - ha ritirato la propria candidatura poichè tali aree - e in particolare il bacino - non sarebbero state disponibili perchè impegnate in altre attività con altre commesse. Questi sono i fatti, non illazioni, in attesa delle doverose scuse».
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