Autobomba contro giudice, Caterina Chinnici: «Mio padre capì che i boss cercavano legami con politici»

Autobomba contro giudice, Caterina Chinnici: «Mio padre capì che i boss cercavano legami con politici»
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Martedì 29 Luglio 2014, 10:22 - Ultimo aggiornamento: 21:59
Negli ultimi tempi la figura di Rocco Chinnici finalmente emersa, si sta ricordando il suo impegno determinante nella lotta alla mafia. Lo ha detto Caterina Chinnici, figlia di Rocco Chinnici , il giudice istruttore ucciso da Cosa nostra il 29 luglio 1983 a margine della commemorazione in via Pipitone Federico. «Oggi sono cambiate le modalità di azione della mafia e mio padre lo aveva già previsto che la mafia cercava di creare legami con la politica, la finanza e la pubblica amministrazione - aggiunge - Ma credo che oggi abbiamo maggiori strumenti, sia legislativi che operativi per contrastarla e molto nasce dal suo impegno».



Il ricordo di Scarpinato «Rocco Chinnici è stato un magistrato diverso e di avanguardia che lo ha portato nel cerchio della morte. Gli esecutori materiali di Cosa nostra sono arrivati per ultimi, in quanto prima Chinnici aveva ricevuto pressioni da parte dei colletti bianchi e del mondo della politica perchè non proseguisse le indagini sui cugini Salvo». Lo ha detto il procuratore generale della Corte d'Appello Roberto Scarpinato, a Palermo, a margine della commemorazioni in ricordo di Rocco Chinnici a Palermo. «Quello di Chinnici è uno di quei delitti che l'immaginario collettivo ascrive a Brusca o a Riina ma che invece è maturato negli ambienti borghesi - ha aggiunto - Chinnici all'interno del Palazzo di Giustizia dove c'era un quietismo burocratico ed un silenzio rispetto alla mafia crea una frattura, dividendolo in tre parti: la nuova leva dei magistrati antimafia, quelli che sono partecipi al sistema di potere e gli indifferenti. Chinnici lo pensiamo considerare il fondatore di una nuova cultura della giurisdizione a Palermo».
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