Calcioscommesse, l'analisi del cellulare scagiona Mauri. Bufera sul tennis

Stefano Mauri
di Claudia Guasco
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Giovedì 27 Novembre 2014, 20:42 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 20:28
Non ci sono conversazioni scottanti nel telefono del capitano della Lazio Stefano Mauri.



«Nessun apparente riscontro con le venti parole chiave utilizzate dai periti», è la conclusione dell’analisi depositata ieri durante l’incidente probatorio dell’inchiesta della Procura di Cremona sul calcioscommesse. E il giocatore azzurro esce così di scena dal nuovo filone aperto dal pm Roberto De Martino sulle partite truccate. «Abbiamo consegnato il pin del Blackbarry e dall’esame del telefono non è emerso nulla. E’ stata certificata l’estraneità di Mauri», afferma il suo avvocato Amilcare Busceti.



PAROLE CHIAVE

A mettere nei guai il giocatore laziale è stata una chat, spuntata un mese fa, nella quale si faceva riferimento a un certo Stefano per le presunte combine negli incontri di Sassuolo e Parma. La conversazione era contenuta nel pc di Paolo Roberto Palmieri, indagato, amico di Alessandro Zamperini e di Mauri. Gli investigatori hanno accertato la presenza di Palmieri a Lecce nei giorni precedenti Lecce-Lazio del maggio 2011, finita 2-4, e nel colloquio tra lui e un certo «Stefano160268» si parla di scommesse e di puntate su Crotone e Triestina.



Ma quello Stefano non è Mauri, hanno rilevato i periti al termine dell’analisi di duecento apparecchi elettronici tra computer, cellulari e tablet nei quali sono state cercate diciannove parole chiave: abbraccio, assegni, Beppe, bolognesi, cambiale, Cervia, civ, garanzia, gol-gol, handicap, makelele, over, ovetto, pareggio, under, uovo grande, uovo piccolo, vittoria, zingari-zingaro. Parole presenti nelle conversazioni contenute nelle memorie dei telefoni e dei pc di 27 indagati, ma non nel Blackbarry del capitano della Lazio. «Chi è chiamato a trarre le conclusioni di questa indagine così certosina dovrà tenere conto di questi esiti tecnici che certificano una volta per tutte l’estraneità di Mauri», rileva Busceti.



TENNIS NEL MIRINO

Intanto l’inchiesta si focalizza sul nuovo filone delle scommesse nel tennis. Mercoledì è stato interrogato per sette ore Manlio Bruni, commercialista dell’ex bomber della Nazionale Beppe Signori: tre le partite che il pm De Martino ha voluto approfondire, una del 2009 e due del 2011 (tornei di Casablanca e Barcellona) che per l’accusa sarebbero state combinate. Secondo la Procura nel circuito tennistico c’era una vera e propria caccia all’atleta infortunato.



Quando un giocatore di medio livello si faceva male veniva avvicinato da esponenti dell’organizzazione che gli proponevano di scendere in campo e di perdere l’incontro comunque compromesso, monetizzando così l’infortunio. E alcune chat proverebbero l’esistenza di questo meccanismo, in grado di convogliare scommesse fino a 250 mila euro nei tornei minori.
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