Calcioscommesse nella Lega Pro, 50 arresti e 70 indagati tra dirigenti e giocatori

Calcioscommesse nella Lega Pro, 50 arresti e 70 indagati tra dirigenti e giocatori
di Sara Menafra
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Martedì 19 Maggio 2015, 07:28 - Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 09:45

Una maxi retata con cinquanta arresti che mette a tappeto ben due organizzazioni criminali dedite alle frodi sportive. Gli arresti di questa mattina voluti dalla dda di Catanzaro e portati a termine dallo Sco della Polizia, diretto da Renato Cortese, svelano un sistema di scommesse calcistiche pilotate all’interno della serie d e della Lega Pro.
L'inchiesta. In manette sono finiti 15 giocatori, 6 presidenti di società sportive, 8 dirigenti sportivi e 10 finanziatori provenienti sia dall’Italia, sia dall’est (Serbia, Kazakistan, Russia, tra gli altri). Tutti dedicati a combinare partite in serie D e Lega Pro anche se, scrive il pm Elio Romano, autore di un decreto di fermo di più di 1.200 pagine, negli atti ci sono anche “ intrusioni anche nel campionato di serie B, nella Coppa Italia TIM di serie A”. Uno spaccato, quello che emerge dagli atti, che, scrive il pm Romano, è “la è la patologica conseguenza del tramonto della vecchia innocente Schedina, soppiantata ormai da scommesse sulle singole partite e addirittura sugli eventi all’interno delle singole partite”.

Gli indagati. Fra i personaggi coinvolti nell'indagine, oltre a calciatori ed ex, presidenti e dirigenti di club, figurano anche soggetti stranieri, un presunto appartenente alla cosca Iannazzo, potente clan della 'Ndrangheta operante nella provincia di Lamezia Terme, e un poliziotto.

Sarebbero più di 30 le squadre coinvolte nella nuova indagine della Polizia che ha portato alla scoperta di due distinte organizzazioni criminali - che coinvolgono calciatori, allenatori, presidenti e dirigenti sportivi - in grado di truccare decine di partite dei campionati di Lega Pro e serie D. Tra queste vi sarebbero Pro Patria, Barletta, Brindisi, L'Aquila, Neapolis Mugnano, Torres, Vigor Lametia, Sant'Arcangelo, Sorrento, Montalto, Puteolana, Akragas, San Severo.


Le perquisizioni. Sono in corso da parte della Polizia nelle sedi di diverse squadre di Lega Pro e sedie D che sarebbero coinvolte a vario titolo nell'indagine sul calcioscommesse. Le perquisizioni riguardano anche i domicili di dirigenti, allenatori e calciatori che, secondo l'indagine, si sarebbero associati per truccare le partite. Le due distinte organizzazioni scoperte, una operante in Lega Pro e una in serie D, erano in grado di alterare i risultati e investire denaro nel giro delle scommesse, sia in Italia sia all'estero.

L'ombra della 'ndrangheta e le intercettazioni. Alcuni degli indagati sono accusati di aver agito in modo da favorire organizzazioni mafiose ed infatti è proprio da una indagine sulla ‘ndrina degli Iannazzo di lamezia Terme, protagonista di una operazione di polizia la scorsa settimana, che è partita l’inchiesta. Pietro Iannazzo, infatti è uno dei finanziatori della squadra del Neapolis, favorita dalla prima delle due associazioni a delinquere protagoniste del provvedimento. Pietro Iannazzo intratteneva rapporti con presidenti di società di calcio per alterare i risultati. È quanto emerso dall'inchiesta "Dirty soccer". È proprio intercettando alcuni colloqui di Iannazzo che gli investigatori hanno ricostruito il giro di calcioscommesse.

Tra gli arrestati anche il direttore sportivo Ercole Di Nicola, originario di Atri (Teramo), responsabile dell'area tecnica dell'Aquila calcio. Secondo quanto appreso da fonti investigative, è stato fermato nelle prima ore della mattina a Venezia. Di Nicola sarebbe uno degli uomini chiave dell'inchiesta. Secondo quanto appreso non ci sono indagati tra i rappresentanti della proprietà del club e tra il resto della dirigenza. L'Aquila come società non è coinvolta a livello penale.

Fermato anche l'allenatore del Barletta (Lega Pro), Ninni Corda, 40enne originario di Nuoro e arrivato sulla panchina barlettana a metà del girone di ritorno. Su nove partite, giocate dalla squadra che Corda ha allenato, tre, secondo la Dda di Catanzaro, sarebbero quelle incriminate (Barletta Catanzaro, 1-1; Aversa-Barletta, 0-1; Barletta-Vigor Lamezia, 3-3). Agenti della squadra mobile genovese hanno perquisito l'abitazione di Giuseppe Perpignano, imprenditore di 49 anni, attualmente presidente del Barletta Calcio ed ex presidente del Bogliasco e poi del «Rapallo Bogliasco» società di serie D e Massimiliano Solidoro, 42 anni, ex giocatore dilettante e collaboratore tecnico del Savona. I due sono accusati di frode sportiva. La squadra mobile ha arrestato anche un calciatore ghanese del Santarcangelo, club della provincia di Rimini del Girone B di Lega Pro. Il calciatore si trovava a Genova per motivi personali e qui è stato fermato.

La Lega Pro. L’altra organizzazione criminale al centro dell’inchiesta ruota attorno alla figura Fabio Di Lauro, ex calciatore, “unico rappresentante in Italia degli interessi dei “signori” delle scommesse dell’Est Europa”, scrive il pm. Di Lauro è particolarmente legato proprio a Ercole Di Nicola, il direttore sportivo de L’Aquila, e a Daniele Ciardi, magazziniere del Santarcangelo, entrambe formazioni militanti nella Lega Pro-Girone B.

Torna l’arbitro De Santis. Proprio all’interno di questo contesto, torna la figura di uno dei principali protagonisti dell’inchiesta sul calcioscommesse di qualche anno fa, la cosiddetta Calciopoli. L’ex arbitro di serie A Massimo De Santis, attualmente collabora con Di Nicola nell’Aquila calcio. E in una partita, nel corso della quale la squadra aquilana sembrava essere finita in svantaggio senza rimedio, De Santis ha fatto una lunga visita, durante l’interruzione tra il primo e il sencondo tempo, all’arbito in campo. “Hai visto tutti incazzati perché abituati male, alla fine tutti incazzati, gli ultimi 10 minuti tutti incazzati con l'arbitro, no?... questo gli fischiava tutto, facevano i falli e fischiava tutto”, commentava il giorno dopo al telefono con il presidente Di nicola.

Gli altri arrestati. Sono stati arrestati anche l'ex direttore generale del Monza Calcio, Mauro Ulizio (oggi dirigente Pro Patria) e l'attuale direttore sportivo Gianni Califano. I loro nomi sono inclusi nell'indagine sul calcioscommesse insieme a quelli di altri dirigenti sportivi e calciatori di una trentina di squadre di Serie D e Lega Pro, accusati a vario titolo di associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva.


Il presidente dell'Associazione italiana allenatori.
«Se il quadro è questo è una situazione drammatica». È quanto afferma Renzo Ulivieri riguardo all'inchiesta. «Probabilmente in situazioni di questo genere servirebbe un intervento sulla gestione dei campionati con maggiori controlli -aggiunge- Quella delle serie minori è una realtà difficilissima dal punto di vista economico, si conosce in quali situazioni versano i club di Lega Pro e Serie D. Bisognerà effettuare controlli perché se il quadro è questo, che sembra di più ampi contorni nei numeri, ci troviamo di fronte a una situazione di assoluta emergenza».

Il peso della 'ndrangheta.«L'operazione sul calcioscommesse dimostra come le ramificazioni della 'ndrangheta abbiano assunto un livello esorbitante non solo nei settori classici in cui operano le cosche ma anche nel mondo dello sport». Lo ha detto il direttore dello Sco Renato Cortese, che ha anche evidenziato come la polizia di Stato «di solito vicina al calcio con i servizi di ordine pubblico per garantire l'incolumità degli spettatori e prevenire i reati, oggi abbia mostrato la sua faccia repressiva».

«Proviamo sentimenti contrastanti e contrari di soddisfazione ed amarezza dopo l'operazione di oggi». Ha aggiunto Cortese. «La soddisfazione deriva dall'arresto di soggetti che combinavano le partite e dell'avere contrastato la cosca Iannazzo. Resta tuttavia l'amarezza per i sentimenti che possono provare adesso intere generazioni di giovani e meno giovani che amano il calcio per come i protagonisti abbiano disatteso le illusioni e le speranze di chi ancora crede nel mondo dello sport»

Si muove la Procura Federale. Il procuratore federale Stefano Palazzi ha preso contatto con la Dda di Catanzaro per avere informazioni sull'inchiesta sul calcioscommesse. Un'inchiesta - ha riferito il procuratore di Catanzaro Vincenzo Lombardo - che Palazzi ha definito: «un'operazione per disinquinare il mondo del calcio».

«Palazzi - ha detto ancora Lombardo - ci ha chiesto un contributo di conoscenze per dare modo a loro di procedere. Ha anche sottolineato che operazioni del genere provocano sfiducia negli appassionati di calcio, ma al tempo stesso creano anche fiducia perchè sono la dimostrazione che c'è chi lavora per ripulire questo mondo».

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