Bimbo ucciso dal padre adottivo psicolabile, Mosca avvia un'inchiesta sull'affidamento

Bimbo ucciso dal padre adottivo psicolabile, Mosca avvia un'inchiesta sull'affidamento
di Rosalba Ciancaglini
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Lunedì 21 Luglio 2014, 00:51 - Ultimo aggiornamento: 22 Luglio, 12:55
PESCARA - Conseguenze internazionali per la morte di Maxim, il bimbo russo adottato da una coppia di Pescara (ieri sono stati celebrati i funerali), ucciso dal pap Massimo Serravalle, sofferente di turbe mentali.

La magistratura di Amur, regione russa da cui Maxim proveniva, ha aperto un procedimento penale.



L’INDAGINE

Lo ha detto all'agenzia di stampa Itar-Tass il portavoce della Commissione investigativa russa Vladimir Markin, secondo cui la decisione di aprire il procedimento è stata presa dopo un'indagine procedurale dalla quale sono emerse informazioni «su una possibile negligenza che i funzionari statali avrebbero commesso nell'elaborazione dei documenti per l’adozione». L'Itar-Tass ricorda che ai parenti di Maxim, 5 anni, e ad altri cittadini russi, venne negata l'adozione del bimbo ed è anche su questo che si concentrerà l'inchiesta. Maxim, biondo e bello, era stato adottato nel 2012, allora aveva due anni e mezzo, da Maravalle, 47 anni, tecnico informatico e dalla moglie Patrizia Silvestri, 47, avvocatessa, dopo una lunga e complessa istruttoria e due viaggi in Russia. Una coppia perfetta, secondo unanime giudizio di parenti e amici e anche del Tribunale dei Minori.



LA MAMMA

La notte del 18 luglio è stata la mamma ad accorgersi che il piccino non respirava più, e sempre lei a chiedere aiuto a una vicina di casa e poi al 118. Condotto in Questura il papà ha confessato di aver soffocato con un cuscino il bambino. Ha aggiunto di soffrire di psicosi atipica e di aver sospeso di sua iniziativa le cure prescritte da uno psichiatra, quattro giorni prima del delitto. Lo psichiatra, ascoltato dalla Squadra Mobile, ha confermato di averlo in cura dal 2006 ma ha anche detto che Maravalle era malato fin da giovane. Il Pm Andrea Papalia ha aperto un fascicolo contro il padre accusandolo di omicidio aggravato ma si è riservato di esaminare le carte riguardanti l'adozione per comprendere come sia stato possibile che il bambino potesse essere stato adottato da quel papà. Il Tribunale dei Minori dell’Aquila ha chiarito «di non avere elementi per cui desumere presunte patologie dell'uomo, del quale invece era stato attestato il pieno equilibrio psico-fisico».



Maravalle però ha detto agli investigatori di aver comunicato la sua malattia nel corso dell’istruzione della pratica di adozione. Il suo avvocato, Alfredo Forcillo, chiarisce: «Non so se l’affermazione corrisponda a realtà». A questo punto diventa fondamentale leggere le carte che hanno accompagnato la procedura di adozione perché delle due, l’una: o c’è stato un errore di valutazione da parte di psicologi e assistenti sociali che hanno seguito la coppia di Pescara o Maravalle, al contrario di quanto ha detto al Pm, mai ha reso nota la sua malattia. Il problema è che la vicenda rischia di avere effetti negativi sulle adozioni internazionali. La Russia è tra i Paesi più attenti come spiega Marco Griffini, presidente dell'Associazioni Amici dei Bambini (Ai.Bi): «E’ difficile - osserva - capire come siano andate davvero le cose nella vicenda di Pescara. Anche perchè la Russia richiede esami di aggiornamento dello stato psicofisico dei genitori».
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