Giornata mondiale della Salute, Lorenzin: «Tema della resistenza antibiotici è la nostra priorità»

Giornata mondiale della Salute, Lorenzin: «Tema della resistenza antibiotici è la nostra priorità»
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Martedì 7 Aprile 2015, 13:52 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 12:31
«Stiamo affrontando il tema della resistenza agli antibiotici, insieme a quello dei vaccini, come primo punto di salute pubblica almeno da quando sono ministro. Oggi abbiamo una prima pagina, benvenga ma è un tema che andrebbe affrontato più spesso sulle prime pagine, in base alle cose che noi diciamo e non solo rispetto a quello che gli altri dicono di noi». Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, sull'allarme arrivato da una ricerca sulla resistenza agli antibiotici.

«Questo - ha continuato - è uno dei temi su cui tutti i governi del mondo, compresa Cina e India, si stanno focalizzando, perchè è una causa di morte». Il ministro ha quindi fatto due considerazioni, una relativa all'utilizzo di antibiotici da parte degli esseri umani «stiamo lavorando da anni su una corretta prescrizione degli antibiotici - ha detto - non bisogna abusarne e questo fin dalla tenera età, con il rischio che ci si trovi quando serve che non fa più effetto, non è solo un tema di costi ma di salute pubblica. Su questo fronte - ha continuato - stiamo ottenendo buoni risultati con l'introduzione della ricetta elettronica ma è anche un problema culturale».



Sul fronte del consumo di antibiotici negli allevamenti «in Italia - ha precisato Lorenzin - c'è un sistema di certificazione molto rigido di tutto quello che avviene.
Il dato alto di consumo di antibiotici negli allevamenti viene neutralizzato dal basso tasso di antibiotici negli alimenti che mangiamo, perchè nel momento in cui la carne viene macellata si è atteso un tempo sufficiente perchè il livello si riduca». Secondo il ministro questo non significa che sia «esclusa» totalmente la presenza di antibiotici negli alimenti «ma stiamo facendo un grandissimo lavoro, - ha detto - negli ultimi 3 anni abbiamo ridotto del 30 percento gli antibiotici nelle nostre carni ma dobbiamo fare ancora di più».
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