Asti, trovati altri resti di Elena Ceste. I legali: difficile stabilire le cause della morte

Asti, trovati altri resti di Elena Ceste. I legali: difficile stabilire le cause della morte
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Mercoledì 29 Ottobre 2014, 17:19 - Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 19:42

Si analizza ogni centimetri del rio Mersa, si ascoltano di nuovo i testimoni, si esaminano le carte.

In attesa degli esiti degli esami autoptici, ancora in corso, e delle risultanze delle prove istologiche e tossicologiche, si fanno sempre più serrate le indagini sulla scomparsa e sulla morte di Elena Ceste.

Per tutto il giorno, i carabinieri del nucleo investigativo e il medico legale incaricato dalla procura, Francesco Romanazzi, hanno setacciato la zona in cui dieci giorni fa è stato trovato il cadavere della donna scomparsa lo scorso 24 gennaio.

Un fazzoletto di terra, tra il fiume Tanaro e la ferrovia per Alba ormai in disuso, che oggi ha restituito altri resti del corpo. Verranno analizzati insieme agli altri, anche se, come sostengono i legali della famiglia, Debora Abbate Zaro e Carlo Tabbia, «sarà difficile dimostrare come è morta».

Fino ad ora il corpo, in avanzato stato di decomposizione e danneggiato dalla ruspa che lo ha estratto dal fango durante i lavori di pulizia di un canale di scolo, non ha rivelato granchè agli investigatori. Le ferite sono infatti ritenute dagli esperti compatibili con le condizioni in cui è stata trovata la donna. Così, mentre si attende l'esito degli esami tossicologici e istologici, tra una quindicina di giorni, i carabinieri stanno risentendo tutte le persone che nei giorni successivi alla scomparsa della donna avevano perlustrato la zona del ritrovamento. Tra loro anche il marito di Elena Ceste, Michele Buoninconti, vigile del fuoco ad Alba, al momento l'unico indagato nella vicenda per i reati di omicidio e occultamento di cadavere.

Era stato proprio l'uomo a denunciare la scomparsa. «Mi aveva detto che non si sentiva bene e mi aveva chiesto che andassi a prendere i ragazzi a scuola». Una versione ribadita anche quando sono saltati fuori i vestiti indossati dalla donna quel giorno, perfettamente asciutti, e sono iniziate ad emergere dicerie e supposizioni su presunti amanti della donna e sulla sua gelosia. Eppure, a distanza di mesi, la fiducia della famiglia Ceste per il padre dei loro quattro nipoti, tutti minorenni, è «immutata», come ribadiscono i legali. «La loro opinione non è cambiata perchè la situazione è rimasta uguale», dicono, nonostante considerino remota l'ipotesi del suicidio.

«Nessuno ha mai pensato che avesse propositi del genere o che stesse vivendo un disagio tale da pensare di farla finita», dicono gli avvocati. Poi l'appello della famiglia ad «allentare la pressione mediatica» e a lasciarla «gestire il grave lutto». Quello dei genitori di Elena e dei suoi quattro bambini, tutti minorenni.

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