Razzista e xenofobo, ma senza mira: invece degli immigrati colpisce con la fionda le auto degli italiani

Razzista e xenofobo, ma senza mira: invece degli immigrati colpisce con la fionda le auto degli italiani
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Giovedì 12 Febbraio 2015, 15:26 - Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 17:06
«Siete Italiani al 100 per 100? Se la risposta è sì, vi apro, altrimenti no!» Con queste parole A.F., un disoccupato 53enne di Mortara (Pavia) si è rivolto ai carabinieri in uniforme che gli suonavano alla porta di casa per identificarlo e comprendere i motivi per cui poco prima lo avevano sorpreso, armato di una grossa fionda, a bersagliare, dalla finestra della sua abitazione, le autovetture parcheggiate davanti a un negozio alimentare etnico.



In casa aveva 200 sfere metalliche, oltre ad un arco con relative frecce e una carabina ad aria compressa. Il gesto era stato compiuto con finalità di discriminazione razziale, nell' erronea convinzione che i conducenti dei mezzi danneggiati e i passanti fossero cittadini extracomunitari. L'uomo si è proclamato «nazionalista» e «vero italiano». Spiegava che il suo disagio era derivato dal'essere disoccupato e dal fatto che in Italia, le possibilità di occupazione, a suo dire, vengono date solamente agli extracomunitari, è stato per il reato di danneggiamento aggravato per finalità di discriminazione razziale. Aveva però colpito le auto di un palermitano e di un residente della zona.



L'uomo - hanno spiegato i carabinieri della Compagnia di Vigevano (Pavia) - veniva sorpreso ancora impegnato a danneggiare con un lancio il vetro posteriore di un'autovettura Fiat Punto, di proprietà di un 56enne palermitano, residente a Sant'Angelo Lomellina (Pavia) e il tettuccio di un'utilitaria di proprietà di una 40enne di Mortara (Pavia), entrambe regolarmente parcheggiate all'esterno del negozio etnico.
Vistosi scoperto, quando ancora sporgeva dal davanzale della finestra, il 53enne si ritraeva all'interno dell'abitazione, gettando la fionda all'esterno nel tentativo di disfarsene e comunque recuperata dai militari. «Il 53enne - riferiscono i militari - disoccupato, si proclamava ai militari quale nazionalista e vero italiano. Si giustificava dichiarando di essere disoccupato da circa sette anni, dopo la chiusura, per problemi economici, della fabbrica in cui lavorava, appartenente ad un noto marchio del settore tessile. Spiegava che il suo disagio era derivato dal fatto che in Italia, le possibilità di occupazione, a suo dire, vengono date solamente agli extracomunitari, e con quel gesto, indirizzato a quelli che credeva essere i clienti di un esercizio commerciale etnico e quindi solitamente frequentato da stranieri, era sua intenzione danneggiarne il più possibile».




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