Giubileo, Alfano: piano anti-Isis, a Roma 5mila agenti dell'Expo

Giubileo, Alfano: piano anti-Isis, a Roma 5mila agenti dell'Expo
di Silvia Barocci
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Domenica 15 Marzo 2015, 09:28 - Ultimo aggiornamento: 16 Marzo, 07:34

Ministro Alfano, è rimasto spiazzato dall’annuncio del Papa di un giubileo straordinario? Il governo era stato informalmente avvertito?

«Certamente non ci aspettavamo l’annuncio di un avvenimento così importante ed impegnativo. E non mi risulta che altri membri del Governo avessero avuto informazioni in via preventiva. Ma l’amore che Sua Santità ha suscitato in tutto il mondo e la voglia di milioni di fedeli di poterlo vedere, hanno fatto mettere in moto una macchina organizzativa per la sicurezza che già da tempo funziona».

Un Giubileo nel periodo in cui la minaccia del Califfato è ai massimi livelli rischia di trasformarsi in un incubo per la sicurezza. La bandiera nera che sventola sulla cupola di San Pietro incute oggi maggior terrore. Roma sarà pronta?

«Roma sarà certamente pronta ad affrontare questo grande evento, sotto l’aspetto sicurezza.

La minaccia terroristica andrà riesaminata e sottoposta ad una valutazione nuova. Allo stato i messaggi che l’Is così abilmente diffonde sono uno strumento di propaganda. Noi non sottovalutiamo niente. Abbiamo alzato il livello di allert al massimo, sebbene a tutt’oggi non si registrino fatti che riconducano a una minaccia specifica. In generale i nostri esperti continuano a temere più l’azione del singolo attentatore, che si è radicalizzato in Italia, piuttosto che l’arrivo di terroristi organizzati».

Solo per vigilare sull'Expo di Milano sono stati previsti, nel complesso, 5 mila uomini. Il Giubileo assume un significato simbolico ancor maggiore. Quanti uomini saranno necessari?

«L’Expo terminerà il 31 ottobre prossimo. Avremo un mese per trasferire l’apparato predisposto a Milano su Roma secondo un piano che già da lunedì vede il Dipartimento della Pubblica sicurezza impegnato. La prossima settimana incomincerà ad operare una cabina di regia per le esigenze di sicurezza e di ordine pubblico presso il Viminale e saranno costituti gruppi di lavoro ad hoc. Immagino che serviranno parecchi uomini, ma sarà il lavoro di pianificazione a stabilire quanti».

Seguiranno un addestramento particolare?

«Sì, a fine marzo incominceranno corsi antiterrorismo per le squadre di polizia. Li avevamo già previsti».

E i fondi? Non è stato facile trovare quelli per l’Expo. Pensa che il Vaticano possa o debba contribuire?

«Anche la quantificazione dei fondi sarà fatta al termine della definizione del piano. L’Italia è un grande Paese: faremo il nostro e certamente non chiederemo il sostegno del Papa in termini economici».

Il Giubileo straordinario del 1983 attirò 16 milioni di pellegrini, quello del 2000 26 milioni. L'emergenza terrorismo internazionale era ancora lontana. Avrà la meglio la paura o il carisma del Papa?

«Non ho dubbio, la figura carismatica di Papa Francesco, il suo messaggio di semplicità e l’obiettivo stesso dell’Anno Santo, cioè la Misericordia, prevarranno su tutto. E’ probabile che i pellegrini toccheranno cifre considerevoli».

Il prefetto Gabrielli ha ricordato che i cosiddetti "grandi eventi", come il G8, sono stati abrogati e che la protezione civile potrà intervenire in occasione del Giubileo solo per assistere i pellegrini. Saranno necessari provvedimenti straordinari?

«Le valutazioni che dovranno essere fatte coinvolgono diverse competenze, non solo quelle di sicurezza, per cui è ancora presto per dire se sarà necessario ricorrere a provvedimenti straordinari o a figure commissariali, sul vecchio modello ”grandi eventi”. Qualora fossero necessari interventi straordinari, non credo che il Governo si tirerà indietro, ma sono dell’opinione che bisognerà prima condurre un’analisi completa del quadro delle esigenze, a livello centrale e locale».

L'esperienza purtroppo ci insegna - come nei casi G8 ed Expo- che c'è sempre il rischio di un risvolto corruttivo. Roma, poi, vive gli effetti di Mafia Capitale. Come coniugare la necessità di interventi straordinari con la trasparenza?

«E’ stata istituita un’Autorità anticorruzione e credo che costituirà un riferimento certo per evitare contaminazioni. Le forze dell’ordine metteranno la massima attenzione per scoprire comportamenti illegali».

Il procuratore nazionale antiterrorismo Roberti chiede più poteri di coordinamento delle informazioni, anche di quelle acquisite dai servizi segreti. Ci sono margini per correttivi?

«Il Parlamento sta valutando gli emendamenti al decreto. Bisogna però considerare che l’azione antiterrorismo è in gran parte informativa, cioè interviene prima che si raccolgano le notizie di reato, per cui estendere a questi ambiti le competenze dell’autorità giudiziaria potrebbe creare difficoltà oggettive di azione».

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