25 aprile, Mattarella celebra i settant'anni dalla liberazione: democrazia è lotta a corruzione

25 aprile, Mattarella celebra i settant'anni dalla liberazione: democrazia è lotta a corruzione
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Sabato 25 Aprile 2015, 09:51 - Ultimo aggiornamento: 27 Aprile, 07:35

«Per noi democrazia oggi vuol dire anche battaglia per la legalità. Vuol dire lotta severa contro la corruzione. Vuol dire contrasto aperto contro le mafie e tutte le organizzazioni criminali. Sono una piaga aperta nel corpo del Paese». Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo per il 70/o della Liberazione.

A Roma Mattarella e il premier Matteo Renzi hanno preso parte alla cerimonia all'Altare della Patria, poi il presidente della Repubblica ha deposto una corona d'alloro al Mausoleo delle Fosse Ardeatine.

Intanto il premier ha fatto gli auguri a tutti gli italiani su Twitter: «Abbiamo previsto diversi eventi per il 70/o anno della Liberazione.

Buon 25 Aprile a tutti! #ilcoraggiodi». Il video linkato ripercorre tra l'altro la visita del premier a Marzabotto alternando le immagini ad altre di repertorio sui giorni della Liberazione.

Siparietto poi per il presidente del Consiglio, al quale la folla vicino all'Atlare della Patria ha segnalato un laccio della scarpa slacciato. «Presidente si allacci la scarpa, sennò casca!». E lui, prontamente: «I cittadini aiutano sempre».

Il presidente del Consiglio è giunto al Vittoriano alcuni minuti prima dell'arrivo di Mattarella, e ha salutato il pubblico stringendo la mano a chi lo attendeva in prima fila, pronto a scattare una foto ricordo. Accoglienza calorosa per il Capo dello Stato, alla sua prima celebrazione della Liberazione da presidente della Repubblica. Al termine della cerimonia Mattarella, mentre si dirigeva verso l'auto presidenziale, è stato infatti applaudito dalle decine di curiosi che assistevano alle celebrazione. «Presidente, Italia s'è desta», ha gridato qualcuno citando l'Inno di Mameli mentre altri lo salutavano con un «bravo» o un più prosaico «viva la Sicilia».

«La memoria indelebile di quanto si trova in questo museo, scolpito negli occhi dei visitatori, li aiuterà nella loro vita a poter costruire insieme un futuro di libertà e democrazia», ha dichiarato Il presidente del Senato, Piero Grasso, che ha visitato il Museo storico della Liberazione di Roma.

Mattarella a Milano

«Oggi la nostra Repubblica celebra un sentimento di libertà che è diventato pietra angolare della nostra storia e della nostra identità. Dopo gli anni della dittatura l'Italia è riuscita a riscattarsi, unendosi alle forze che in Europa si sono battute contro il nazifascismo, anticipazione del percorso che avrebbe portato poi all'avvio del progetto europeo e che noi siamo chiamati ancora a sviluppare», ha detto Mattarella parlando a Milano dopo le celebrazioni a Roma. «Oggi è la festa della libertà di tutti: una festa di speranza ancor più per i giovani. Battersi per un mondo migliore è possibile e giusto, non è vero che siamo imprigionati in un presente irriformabile - ha aggiunto - La democrazia, al pari della libertà, non è mai conquistata una volta per tutte. È un patrimonio che ci è stato consegnato e che, nel volgere di mutamenti epocali, dobbiamo essere capaci di trasmettere alla generazioni future».

«Milano, città guida della Resistenza, il cui ritorno alla libertà civile segnò - con l'insurrezione del 25 aprile 1945, annunciata da Sandro Pertini da Radio Milano Libera, a Morivione - la fine della guerra, il recupero dell'unità nazionale e l'avvio di un nuovo percorso democratico per l'intero popolo italiano. Milano, città dei sindaci Antonio Greppi ed Aldo Aniasi, entrambi comandanti partigiani».

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