Willy, primo clochard sepolto in Vaticano con nobili e cavalieri

Willy, primo clochard sepolto in Vaticano con nobili e cavalieri
di Franca Giansoldati
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Martedì 24 Febbraio 2015, 22:30 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 16:31
Un funerale da re, con tutti i canonici di san Pietro attorno intenti a salmodiare. A terra, accanto alla bara, due ritratti d'autore come effige, tra volute di incenso e ghirlande di fiori freschi composte da mani sapienti. Monsignor Amerigo Ciani vicino all'altare, accarezzando il feretro che pregava: «La luce della grotta di Betlemme lo invada, e per l'eternità». Strana parabola di vita per Willy Herteleer, fiammingo di nascita ma da decenni senza fissa dimora, povero in canna, uno che viveva di elemosine tra le viuzze di Borgo Pio. Al termine del rito funebre la tumulazione è avvenuta nella terra consacrata del camposanto teutonico, in Vaticano, alle spalle della basilica. Il più antico cimitero germanico dove sono sepolti aristocratici di nazionalità austriaca, sudtirolese, svizzero-tedesca, liechtensteinesi, lussemburghese, fiamminghe e olandesi. Willy il clochard riposerà per sempre tra principi, cavalieri, nobili di antico lignaggio, generosi benefattori della Chiesa. In fondo la morte, come diceva Totò, livella tutti.



GLI AMICI Dalle parti della città santa Willy lo conoscevano in tanti. I baristi, i proprietari dei negozietti di souvenir, i portieri degli stabili di Piazza della Città Leonina, così come i monsignori del Vaticano. Trasandato e sorridente sostava spesso nei pressi dell'ingresso principale d'Oltretevere. Arrivava trascinandosi dietro uno di quei piccoli trolley colorati che servono per fare la spesa al supermercato, gonfio di cianfrusaglie. Le guardie svizzere che montano la guardia a Porta Sant'Anna, oltre la cancellata, lo salutavano con un cenno. Avevano imparato a riconoscerlo. Era una presenza innocua. Lo chiamavano l'Araldo di sant'Anna. Sapevano che quel clochard un po' dimesso, con gli occhialoni neri, infagottato in un cappotto troppo largo, non avrebbe infastidito nessuno.



Si metteva in un angolo, sostando all'ombra durante l'estate, e al sole d'inverno, per scaldarsi un poco. Osservava per ore l'andirivieni della gente, ogni tanto borbottava tra sé e sé qualcosa di incomprensibile, scuotendo la testa e regalando sorrisi ai turisti che incrociavano il suo sguardo buono. Alcuni prelati gli allungavano discretamente qualche soldo, un pasto caldo, frutta, una coperta. Monsignor Ciani, giurista rotale e canonico di San Pietro, si fermava spesso a scambiare con lui un saluto, due parole, un commento. Erano diventati amici. Lo assisteva nei suoi bisogni, lo invitava a pranzo.



LE PREGHIERE Willy lo seguiva quando andava in basilica o nella chiesetta di sant'Anna per prendere parte alla messa. Pregava spesso. «La mia medicina è la comunione» ripeteva. Willy Herteleer, di età indefinita, forse ottantenne, è il primo clochard della storia ad avere trovato sepoltura in Vaticano. Un evento decisamente fuori dalla norma, mai avvenuto prima, autorizzato direttamente da Papa Francesco. «Santità non sanno dove seppellirlo». «Diamogli una degna sepoltura in Vaticano».



E così è stato. Willy era morto all'ospedale di Santo Spirito in Sassia tra dicembre e gennaio. Una sera si era sentito male per il freddo; alcuni passanti si erano accorti che quell'uomo accasciato in un angolo non stava bene e avevano subito chiamato l'ambulanza. Willy era solo. Con sé non aveva niente, solo i suoi ottant'anni gravidi di silenzio e dolore, e una salute ormai incerta che aveva deciso di abbandonarlo.



LE RICERCHE Monsignor Ciani, qualche giorno dopo, si è accorto che quell'uomo era sparito nel nulla; non trovandolo a Sant'Anna per il solito cappuccino e per la messa nella chiesetta, ha iniziato a chiedere in giro ma nessuno gli sapeva dire niente. Le ricerche hanno portato ad invididuare l'avvenuto decesso di Willy in ospedale. Il suo corpo era ancora all'obitorio e nessuno era andato a riconoscerlo. «Un uomo pulito, onesto, ordinato.



Dovremmo prendere esempio da lui.
Che dal cielo Willy interceda per noi e per quanti, come lui, vivono ai margini, vivono a stento non accolti né considerati dalla nostra società egoista» lo ha ricordato monsignor Ciani il giorno del funerale. Il cimitero teutonico si presenta di ridotte dimensioni. Dall'esterno un alto muro di cinta sembra racchiudere un giardino dal quale fuoriescono ciuffi di palme ad alto fusto e vari alberi. Dentro le lapidi secolari di pietra scolpita. Sulla destra, quasi nascosta, la pietra sepolcrale di Willy, l'Araldo di Sant'Anna, riposa con gli altri cavalieri fiamminghi.
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