Test di medicina, beffa per i riammessi: non possono iscriversi all'ateneo preferito

Test di medicina, beffa per i riammessi: non possono iscriversi all'ateneo preferito
di Camilla Mozzetti
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Mercoledì 24 Settembre 2014, 01:13 - Ultimo aggiornamento: 25 Settembre, 11:34
Non c’ pace per gli aspiranti medici italiani e soprattutto per quei 2.500 studenti che si sono visti riconoscere dal Tar del Lazio il ricorso contro la



graduatoria nazionale dell’ultima selezione per la facoltà di Medicina e chirurgia tenutasi lo scorso 8 aprile. Il tribunale amministrativo, a luglio e poche settimana fa dichiarò il concorso di medicina 2014/2015 «illegittimo», stabilendo l’ammissione in sovrannumero di tutti i ricorrenti patrocinati dagli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia. Tuttavia, i 2.500 ricorrenti potranno iscriversi non negli atenei indicati come prima scelta ma in quelli in cui lo scarto tra il punteggio del primo in graduatoria e il punteggio ottenuto dal ricorrente in questione, risulta minimo. A stabilirlo, con una nota inviata il 22 settembre, quasi a sorpresa, a tutti i rettori e i dirigenti generali delle università coinvolte, il ministero dell’Istruzione.



IL PROVVEDIMENTO

In sostanza, la questione è questa: i candidati, durante il test di aprile potevano indicare tre opzioni per gli atenei dove seguire i corsi di Medicina. Con il provvedimento emanato dal dicastero di viale Trastevere, che tiene conto della sentenza del Tar ma che fa leva sulla «carenza di qualsivoglia indicazione del tribunale in ordine alle modalità di esecuzione dei provvedimenti cautelari», i candidati che hanno vinto il ricorso saranno costretti a spostarsi in altre sedi. Prendiamo i casi di Bari o Tor Vergata, ad esempio, due degli atenei in cui, proprio lo scorso aprile, si verificarono una serie di anomalie sul corretto svolgimento dei test. Il ricorrente dell’ateneo di Bari, che aveva indicato l’università pugliese come prima scelta, ma con un punteggio di 30, dovrà spostarsi presumibilmente nella seconda o terza università indicata, giacché lo scarto tra il punteggio minimo ottenuto dal primo classificato in graduatoria (37,1) è troppo alto rispetto a quello ottenuto dal ricorrente. Ci sono, però, anche numerosi candidati che hanno indicato una sola università e che, pertanto, potranno immatricolarsi in quell’ateneo, al netto del punteggio conseguito. E qui risiede il primo problema.



GLI UNIVERSITARI

Non solo, perché le criticità, a detta dell’Unione studenti universitari, sono molte altre. «Riteniamo illegittimo il provvedimento – spiegano il legale dell’Udu, Michele Bonetti e il coordinatore nazionale Gianluca Scuccimarra – perché le ordinanze del Tar sono più che chiare e stabiliscono le immatricolazioni dei candidati nelle sedi presentate in ricorso e poi perché il ministero, pur aprendosi alle immissioni in sovrannumero, non può intervenire su provvedimenti già in essere».



LE ALTRE CRITICITÀ

C’è anche un altro aspetto, che sembra non tener conto delle esigenze strutturali degli atenei. Conti alla mano, l’Unione universitari, che solo ieri ha dovuto placare gli animi di molti ricorrenti, ha conteggiato sulla base dei punteggi minimi dei candidati, cui è stato riconosciuto il ricorso, un’eccedenza per alcune strutture universitarie, come quella di Sassari rispetto agli atenei del nord Italia, che saranno prese d’assalto senza avere la capacità strutturale di far fronte a un numero maggiore d’immatricolazioni. «Impugneremo la nota ministeriale dinanzi al Tar del Lazio – conclude Bonetti – perché proprio il ministero, oltretutto, non ha tenuto conto del fatto che molti ricorrenti non hanno i mezzi per studiare lontano da casa e che probabilmente decideranno di abbandonare». «Un provvedimento del genere – aggiunge Scuccimarra – senza essere accompagnato da un adeguato sistema di borse di studio, rappresenta solo un modo per eludere le decisioni dei Giudici».
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