Tagli al fondo sanitario delle Regioni, farmaci nel mirino

Tagli al fondo sanitario delle Regioni, farmaci nel mirino
di Michele Di Branco
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Martedì 9 Dicembre 2014, 21:27 - Ultimo aggiornamento: 10 Dicembre, 21:17
ROMA È partito il rush finale della Legge di Stabilità in Senato. Ieri scadevano i termini in commissione Bilancio per la presentazione degli emendamenti da parte dei gruppi parlamentari e il Pd ha proposto di incrementare di 400 milioni gli stanziamenti per ammortizzatori sociali e politiche attive del lavoro. Gli emendamenti del governo dovrebbero invece essere presentati entro domani. Il menù delle modifiche possibili è già fissato: dovrebbero riguardare soprattutto il Tfr in busta paga, le aliquote sui fondi pensione e la retroattività delle norme sull’Irap. Diventa sempre più improbabile, invece, che la riforma della tassazione sulla casa (con l’introduzione della Local tax) entri nella manovra. I tempi sarebbero troppo stretti e dunque il governo si starebbe orientando verso un decreto legge ad hoc. Appare anche tramontata l'ipotesi di inserire il canone Rai in bolletta elettrica. Intanto il governo cerca di sciogliere uno dei nodi più delicati della Legge di stabilità. Si tratta dei 4 miliardi di tagli alle Regioni che rappresentano un’architrave della manovra. I saldi non possono essere cambiati. Ma all’interno di questo perimetro si sta cercando di rendere più sopportabili i sacrifici per i governatori sulla falsa riga di quanto fatto per i Comuni.



DOVE CALA LA SCURE

Il punto centrale sono i tagli al Fondo sanitario. Le Regioni vorrebbero che fosse il governo, in modo esplicito, a dire dove andrà calata la scure. Si tratta di una scelta politica e i governatori non vogliono essere costretti a prendere loro decisioni impopolari. Una delle possibilità alla quale si lavora è, comunque, quella di agire sulla spesa farmaceutica ospedaliera. È questo il filone che le Regioni dovranno aggredire per realizzare buona parte degli 1,5 miliardi di euro di tagli sul Fondo per la salute fissato per il 2015 a quota 110 miliardi. «La spesa farmaceutica non credo che in Italia sia ottimizzata, ce n’è comunque troppa», ha ammesso il leader dei governatori Sergio Chiamparino che, insieme ai colleghi degli enti locali, ha in mente un piano per ridurre gli sprechi in questo settore. Sono gli ospedali il cuore del problema. La legge fissa un limite del 3,5% di spesa rispetto al budget del Servizio sanitario. Ma, nonostante il contenimento operato negli ultimi anni, il flusso continua ad essere eccessivo a causa di sprechi. Secondo fonti vicine a questo delicato dossier, governo e Regioni ipotizzano una ulteriore riduzione di 300 milioni nel 2015 attraverso una serie di operazioni. Vale a dire, in particolare, una ricontrattazione degli accordi, anche quelli in essere, con le case farmaceutiche. Alla quale si aggiungerà una negoziazione, su basi fortemente ridotte, dei contratti scaduti.



Sono previste inoltre misure di contenimento generale che dovrebbero essere fissate entro fine anno in un maxi emendamento alla legge di Stabilità. Per quanto riguarda invece la spesa farmaceutica ospedaliera, secondo i dati dell’Aifa, nei primi sei mesi del 2014, le uscite continuano a restare ampiamente al di sopra del tetto programmato del 3,5%, attestandosi al 4,77% del Fondo sanitario, con uno sforamento che, a metà anno, è già oltre 747 milioni di euro. Sono solo due le Regioni in Italia che nel periodo gennaio-giugno 2014 sono riuscite a rimanere al di sotto del tetto programmato del 3,5% sul Fondo sanitario, e si tratta della Valle d’Aosta (2,9%) e della Pa di Trento (3,0%). Tra le ipotesi in campo per ridurre la spesa c'è anche quella dell'applicazione rigorosa dei costi standard. «Esiste il problema degli acquisti: così come la siringa, anche la pillola deve costare in modo più o meno compatibile da tutte le parti» ha esemplificato ancora Chiamparino.
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