Il grande scandalo dei fondi Ue: oltre la metà arrivano dalle frodi

Il grande scandalo dei fondi Ue: oltre la metà arrivano dalle frodi
di Sara Menafra
3 Minuti di Lettura
Domenica 19 Ottobre 2014, 22:54 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 09:31
I finanziamenti dall’Unione europea arrivano. Ma in molti, moltissimi, casi vengono sottoposti a sequestro perché ottenuti attraverso frodi di vario genere. A fare i conti è stato il Comando generale della Guardia di finanza, presentando i dati di analisi del solo 2014 in occasione della riunione dell’Olaf, l’ufficio europeo antifrode, sugli «aspetti operativi della lotta alle frodi nei fondi strutturali». E i numeri sono impressionanti: solo negli ultimi 9 mesi, su 550 milioni di finanziamenti sottoposti a controllo (parte rilevante del totale) è risultato che più della metà, il 52,72%, era ottenuto attraverso una frode e dunque illegittimo. Le erogazioni, scrivono le Fiamme gialle, sono state «indebitamente percepite per importo pari a 215 milioni di euro» e «illecitamente richieste ma bloccate prima della loro elargizione o erogazione per circa 75 milioni di euro». I controlli effettuati sono stati in tutto 5000 per i soli primi nove mesi del 2014. Duemilacentotrenta i soggetti denunciati. E dei finanziamenti che erano stati erogati, 145 milioni sono stati sottoposti a sequestro, il 67% del totale.



IL RECORD ITALIANO

Non è detto, ovviamente, che l’Italia raggiunga questi numeri perché i nostri concittadini hanno una maggiore propensione a delinquere. Come ha spiegato nel suo intervento il comandante generale delle Fiamme gialle Salvatore Capolupo: «L’accertamento, nell’ambito di un determinato paese membro dell’Unione, di un numero elevato di irregolarità deve essere posto in relazione all’efficienza del sistema antifrode nazionale e non al livello di illegalità esistente». Sia come sia, i dati raccolti fanno riflettere. Nel rapporto pubblicato dall’Olaf sulla «Tutela degli interessi finanziari dell’Unione» per il 2013, l’Italia era prima per numero di frodi rintracciate. Sulle 945 scoperte nei 28 paesi dell’Unione, quasi un terzo, 302, sono quelle italiane. Un numero paragonabile, ma ad una certa distanza, solo a quello riscontrato in Romania, 109, in Bulgaria, 97, o in Polonia, 91.



LE REGIONI

Singolare è anche la divisione sul territorio del dato del 2013. Se il totale di frodi per i fondi più comuni (le sigle tecniche sono Feoga, Fesr, Fse, Sfop) è stato di 101 milioni di euro truffati, la ripartizione su base regionale mette al primo posto la Sicilia con 23,5 milioni di euro truffati, ma al secondo il Lazio con 20 milioni di euro. «E’ un dato significativo - spiega la Gdf - soprattutto perché se la Sicilia riceve fondi più sostanziosi in quanto inserita tra le regioni arretrate che hanno diritto ad un sostegno per convergere sui parametri europei, nel Lazio il dato non si può riferire alla maggiore contribuzione ricevuta». Dietro il Lazio ci sono, infatti, altre regioni che ricevono fondi extra come la Puglia, con quindici milioni di euro truffati, e la Basilicata con 4,4. In buona posizione anche la Toscana con 8 e il Piemonte con 6. Per migliorare ulteriormente gli interventi, la Finanza ha sviluppato un sistema antifrode composto di hardware e software che dovrebbe permettere di incrociare più facilmente informazioni provenienti da fondi diverse ed in forma disomogenea.



LA CORTE DEI CONTI

Anche i dati della Corte dei conti tracciano un quadro altrettanto cupo. Nel periodo 2008-2013 ci sono state 947 citazioni a giudizio per un importo complessivo di 728 milioni. E nello stesso periodo la magistratura contabile ha emesso 509 sentenze, per un importo complessivo di condanne pari a 332 milioni. Stando al solo risultato del 2013, i magistrati contabili hanno emesso 107 sentenze, con condanne per 95 milioni e in appello 33 sentenze per 26.7 milioni. Il materiale su cui lavorare è ancora più ampio: complessivamente, nel periodo 2008-2014 Guardia di finanza e Carabinieri hanno inoltrato alla magistratura contabile 1.183 segnalazioni per un totale di 80 milioni.